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Roma, all'ospedale San Giovanni servono letti

Antonio Sbraga
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Nel Lazio i posti letto non sono solo insufficienti, ma alcuni risultano pure vecchi. Almeno i 348 dell’ospedale San Giovanni-Addolorata, che hanno più di 10 anni e sono ancora di quelli a pedale: non hanno comandi elettrici e sono talmente obsoleti che sul mercato non si trovano più manco i pezzi di ricambio. Con «arredi non sempre adeguati alle esigenze di miglior comfort per il paziente».

A denunciarlo è la stessa azienda ospedaliera, che ora chiede alla Regione un milione e 200 mila euro per finanziare «il rinnovo tecnologico di parte delle attrezzature sanitarie e degli arredi delle postazioni di degenza, con particolare riferimento ai letti e ai comodini». Perché, come scrive l’azienda, alcuni «reparti presentano un’unità di degenza con letti non di ultima generazione. I letti in dotazione sono per lo più oleodinamici o idraulici a pedale, pertanto non elettrici, e comunque quasi tutti in uso da oltre 10 anni, per i quali ad oggi si stanno palesando non poche difficoltà nel reperire le relative parti di ricambio. Si rende quindi necessario procedere al rinnovo dei letti di degenza in uso mediante l’acquisizione di dispositivi elettrici dotati di adeguate spezzature e accessori, anche a garanzia di una miglior comfort zone per il malato. Il totale dei letti richiesti e dei relativi comodini è pari a 348, di cui 180 rivestono carattere prioritario. Si stima che i tempi di approvvigionamento saranno pari a circa 6 mesi dall’assegnazione del finanziamento» richiesto per l’acquisto.

 

 

 

L’Asl Roma 6, invece, nell’aprile scorso ha scelto la strada del noleggio, comprensivo di «comodino, armadio e la sedia per il visitatore», in un pacchetto completo per l’intera postazione di degenza. Ma la gara d’appalto in questo caso ha riguardato soltanto 47 posti letto per l’ospedale di Anzio: l’ammontare «complessivo della base d’asta dell’appalto, per tutta la durata contrattuale di 2 anni, è di 178 mila euro».

Mentre a fine luglio l’Ifo-Regina Elena ha sostituito «tutti i letti di degenza per garantire un miglioramento nella mobilizzazione avanzata, prevenzione e cura delle ferite, monitoraggio del paziente». Però quelli vecchi sono rimasti per un mese ammonticchiati nel piazzale retrostante il nosocomio. Un «eterno riposo» dei letti denunciato da Assotutela, che ha chiesto spiegazioni sul «singolare accatastamento di decine e decine di letti all’interno di uno spiazzale dell’istituto. Un vero e proprio cimitero del letto, quasi una discarica a cielo aperto», poi fatta rimuovere dall’Ifo.
 

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