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"All'Asl Rm2 vietato dire al paziente che è positivo"

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«Un atto interno alla Asl Roma 2 sembra imporre agli operatori del Cup di non comunicare ai pazienti positivi al tampone il loro stato di salute. Una situazione grave quanto paradossale e per questo motivo ho presentato una interrogazione per chiedere “chiarimenti sulle comunicazione degli esiti per i test rapidi da COVID-19 presso la Asl Roma 2"». Così nella nota della Asl: «Nel caso si presenti agli sportelli un paziente con esito positivo l'operatore Cup deve seguire la seguente procedura: avvisare il paziente che purtroppo il suo esito è ancora in via di elaborazione. L'operatore Cup deve immediatamente segnalare i dati del paziente ai numeri (sono indicati 4 numeri di telefono)».

 

 

Dalle testimonianze di alcuni operatori sembrerebbe che i recapiti telefonici citati nella circolare risultino spesso occupati o non raggiungibili, causando una pericolosa perdita di tempo nel comunicare la positività di un paziente. Ma quello che lascia basiti è il dichiarare, ad un paziente di cui già si conosce la positività al Covid, «il suo esito è ancora in via di elaborazione». Oltre a perdere tempo prezioso, il paziente ignora la sua positività al virus e continua a circolare rischiando di trasmettere il virus alle persone con cui nel frattempo entra in contatto. A spiegarlo è stato il Capogruppo di Fratelli d'Italia alla Regione Lazio, Fabrizio Ghera.

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