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D'Amato scivola sul bando per elicotteri Ares

Paolo Gianlorenzo
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L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, l’ha combinata davvero grossa. Qualche giorno fa, infatti, sul sito istituzionale della Regione, è stato pubblicato il bando di gara comunitaria a procedura aperta per l’affidamento del servizio medico di emergenza in elicottero per Ares 118. Una «garetta» da circa 66 milioni di euro. Una riproposizione di quello vecchio scritto, presentato e bocciato dal Tar Lazio l’11 febbraio scorso. Chi lo aveva redatto si era dimenticato di inserire le basi dove tenere parcheggiati i mastodontici elicotteri gialli conosciuti come Pegaso.

La prima anomalia è legata ai nomi del segretario generale Andrea Sabbadini e quello del responsabile unico del procedimento, Pietro Leoni. Non potevano predisporre questo atto come da sentenza del Consiglio di Stato. I giudici, ricordiamolo, hanno accertato e certificato l’illegittimità delle procedure di conferimento degli incarichi poste in essere dalla Regione Lazio. Tutti gli incarichi assegnati per le strutture dirigenziali di base ad esterni, sono stati dichiarati con sentenza «illegittimi» e, in quanto tali, andavano revocati. Sentenza tutt’oggi disattesa.

Andrea Sabbadini è privo della qualifica dirigenziale essendo funzionario di categoria D. Non solo la situazione di Andrea Sabbadini è stata censurata dalla sentenza del Consiglio di Stato e pertanto andava rimosso dall’incarico ma Zingaretti, per i suoi «preziosi» servigi amministrativi, gli ha affidato illegittimamente un incarico addirittura superiore. Per «aggiustare» l’errore sul vecchio bando, si sono limitati ad aggiungere in quello nuovo, la parte carente e cioè le basi HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) con gli annessi hangar presenti nelle città di Viterbo, Roma e Latina. Peccato un «piccolissimo» dettaglio. Le basi di Viterbo e Latina non sono di piena proprietà della Regione Lazio ma anche dell’ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) e sono state date in concessione ad altro gestore.

 

 

Inoltre, c’è un’udienza fissata per il 14 aprile dell’anno prossimo per stabilire chi potrà utilizzarle e soprattutto come. I giudici del Tar, infatti, sono chiamati a decidere nel merito di un contenzioso che vede contrapposti gli attuali conduttori delle basi in questione (dove svolgono anche altre attività oltre il soccorso) proprio con Enac e Regione Lazio. Come può quindi l’assessore regionale D’Amato prevedere il futuro e su chi possa o meno utilizzare piazzole ed hangar sapendo che sono attualmente in uso ad altri gestori? Impossibile provare a chiederlo ai suoi uffici, non risponde nessuno.

C’è da spendere una parola anche sulla base di Roma Urbe e il relativo hangar. Chi ha inserito questo sedime nel capitolato d’appalto avrebbe fatto meglio a fare prima un sopralluogo. Chi si aggiudicherà la gara dovrà mettere le mani su una baracca di metallo arrugginito. Per rendere operativa la base di Roma Urbe non basteranno due milioni di euro e sei mesi di lavori. Nel capitolato d’appalto, cosa non certo secondaria, i due «abusivi» non hanno previsto i protocolli di soccorso ed emergenza legati al Covid-19. Come va soccorso e trasportato in elicottero un malato affetto da cononavirus? Che tipo di barella di bio-contenimento va utilizzata e che tipo di certificazioni occorrono per mettere in sicurezza gli operatori del soccorso? Evidentemente per D’Amato le procedure di sicurezza tanto per il personale di bordo che per quello a terra (sanificazione, dispositivi di protezione personale, ecc.) sono irrilevanti. Dettagli del tutto trascurabili.

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