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Giorgia Meloni, il manifesto di governo per la fiducia: tregua fiscale, riforme e le sfide dell'economia

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Un discorso che ha toccato tutte le sfide che attendono l'Italia e che rispetta le attese: quello presentato da Giorgia Meloni alla Camera è un manifesto programmatico per l'intera legislatura.  A un mese esatto dalle elezioni che hanno dato la maggioranza di centrodestra la premier è stata accolta da un lungo applauso della maggioranza. Immobili i deputati di opposizione. "Io sono intervenuta molte volte in quest'Aula, come deputato, come ministro, come vicepresidente della Camera, eppure la solennità è tale che mai sono riuscita a intervenire senza provare un sentimento di emozione e profondo rispetto", le prime parole di Meloni, per la quale quello della fiducia "è un momento fondamentale della nostra democrazia a cui mai dobbiamo assuefarci".

 

Meloni ha quindi espresso "un sincero ringraziamento a Sergio Mattarella, che nel dare seguito all'indicazione espressa dagli italiani il 25 settembre scorso non ha voluto farmi mancare i suoi preziosi consigli". Un "grazie" anche a Mario Draghi "che tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegno veloce e sereno".

 

"Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi - sottolinea - non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani", ha detto citando le donne che hanno infranto "il cristallo posto sulle nostre teste".

Sul ruolo italiano nella Ue, Meloni ha ricordato che l’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze. Sulle misure economiche, Meloni ha ammesso: "Il contesto nel quale si troverà ad agire il governo è molto complicato, forse il più difficile dal secondo dopoguerra ad oggi. Le tensioni geopolitiche e la crisi energetica frenano la auspicata ripresa economica post-pandemia". "Le previsioni macroeconomiche per il 2023 indicano un marcato rallentamento dell’economia italiana, europea e mondiale, in un clima per di più di assoluta incertezza".  Nell’ultima Nota di aggiornamento al Def, "la previsione di crescita del PIL per il 2023 si ferma allo 0,6%, esattamente un quarto del 2,4% previsto nel Documento di economia e finanza di aprile. E le previsioni del MEF sono addirittura ottimistiche rispetto a quelle più recenti del Fondo Monetario Internazionale, secondo le quali per l'economia italiana il 2023 sarà un anno di recessione: meno 0,2%, il peggior risultato tra le principali economie mondiali, dopo quello della Germania. E non si tratta purtroppo di una congiuntura isolata", snocciola i numeri il presidente del Consiglio.

 

Nel suo discorso la premier ha affrontato la sfida del Pnrr ("un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio") e proposto la tregua fasciale: "Imprese e lavoratori chiedono da tempo, come priorità non rinviabile, la riduzione del cuneo fiscale e contributivo. L’eccessivo carico fiscale sul lavoro è uno dei principali ostacoli alla creazione di nuova occupazione e alla competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. L’obiettivo che ci diamo è intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori, per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le buste paga dei secondi". 

Sulle riforme la premier ha ribadito che l’Italia ha "bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare". "Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese -ha spiegato la leader di FdI-, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni".  "Per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo", ha detto sulle politiche per l'occupazione.

 

"L’Italia non è un Paese per giovani. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del loro futuro, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si auto-escludono dal circuito formativo e lavorativo, così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità", ha detto il presidente del Consiglio. "Noi intendiamo lavorare sulla crescita dei giovani. Promuovere le attività artistiche e culturali, e accanto a queste lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e benessere. Lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali. Garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa e il prestito d’onore".

 

Sul Covid ha affermato che "non possiamo escludere una nuova ondata"  o "l’insorgere in futuro di una nuova pandemia. Ma possiamo imparare dal passato per farci trovare pronti". "L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d’ora che non replicheremo in nessun caso quel modello".

Sul fenomeno dell'immigrazione ha spiegato che "sicurezza e legalità riguardano anche una corretta gestione dei flussi migratori. Secondo un principio semplice: in Italia, come in qualsiasi altro Stato serio, non si entra illegalmente, si entra solo attraverso i decreti flussi". " La nostra intenzione è sempre la stessa. Ma se non volete che si parli di blocco navale lo dirò così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione europea che nella terza fase prevista, anche se mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal nord Africa". 

Sulla giustizia ha spiegato che "rivedremo la riforma dell’ordinamento giudiziario per mettere fine alle logiche correntizie che minano la credibilità della magistratura italiana". "Affronteremo il cancro mafioso a testa alta, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio a tutti gli italiani, rifiutandosi di girare lo sguardo o di scappare, anche quando sapevano che quella tenacia li avrebbe probabilmente condotti alla morte. "La lotta alla mafia ci troverà in prima linea. Da questo Governo, criminali e mafiosi non avranno altro che disprezzo e inflessibilità", scandisce tra gli applausi della maggioranza.

 

Meloni è tornata anche sulle polemiche sollevate dalla sinistra per una sue presunta mancata presa di distanza dagli estremismi. "A dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso. Esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre". "Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre". ha detto annunciando che " non defletteremo di un solo centimetro: combatteremo qualsiasi forma di razzismo, antisemitismo, violenza politica, discriminazione". Il voto di fiducia a Montecitorio è previsto per le 19. Domani si passa al Senato, 

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