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Il discorso di Giorgia Meloni alla Camera: Italia in tempesta, condurremo la nave in porto

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«Siamo nel pieno di una tempesta, con un’imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata». Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un passaggio del suo intervento in Aula alla Camera per la fiducia. «Eravamo consapevoli di quello che ci aspettava - va avanti il premier - come lo sono tutte le altre forze politiche, anche quelle che governando negli ultimi dieci anni hanno portato un peggioramento di tutti i principali fondamentali macroeconomici, e oggi diranno che hanno le ricette risolutive e sono pronte a imputare al nuovo governo, magari con il supporto di mezzi d’informazione schierati, le difficoltà che l’Italia affronta».

 

«Eravamo consapevoli del macigno che ci stavamo caricando sulle spalle, e ci siamo battuti lo stesso per assumerci quella responsabilità. Perché? In primo luogo perché non siamo abituati a fuggire di fronte alle difficoltà, e in secondo luogo perché sappiamo che la nostra imbarcazione, l’Italia, con tutte le sue ammaccature, rimane ’La nave più bella mondo', per riprendere la celebre espressione usata dalla portaerei americana Independence quando incrociò la nave scuola italiana Amerigo Vespucci. Una imbarcazione solida, alla quale nessuna meta è preclusa, se solo decide di riprendere il viaggio. Allora noi siamo qui per ricucire le vele strappate, fissare le assi dello scafo e superare le onde che si infrangono su di noi. Con la bussola delle nostre convinzioni a indicarci la rotta verso la meta prescelta, e con un equipaggio capace di svolgere al meglio i propri compiti».

 

Tantissimi i temi toccati dalla premier nel suo discorso  - intervallato da sonori applausi - come il presidenzialismo. «Il Pnrr è una opportunità per una vera svolta culturale, per archiviare la logica dei bonus utili solo per la campagna elettorale in favore di investimenti di medio e lungo termine, rimuovere ostacoli che consideriamo endemici ma non lo sono. Negli anni passati l’Italia ha cambiato governo ogni due anni, ed è la ragione per cui le burocrazie sono spesso intoccabili e impermeabili al merito, è la ragione per cui la capacità negoziale dell’Italia è stata debole, è la ragione per la quale siamo fermamente convinti che l’Italia abbi bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale che restituisca centralità popolare, passando da una democrazia interloquente a decidente. Partiamo dall’ipotesi di un semi presidezialismo alla francese ma restiamo aperti per arrivare a una soluzione condivisa, ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia se ci troveremo di fronte a opposizioni pregiudiziali».

 

Meloni all'inizio ha ammesso di sentire sulle spalle il peso di essere la prima donna al governo e ha elogiato figure  che hanno «rotto il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste» come Tina Anselmi e Nilde Iotti. Oriana Fallaci, Samantha Cristoferetti, Rita Levi Montalcini. 

 

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