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Governo, Meloni: leggi razziali punto più basso della storia. Così annienta la sinistra su fascismo e aborto

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La libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene. Cita Montesquieu, Giorgia Meloni, nel suo discorso per chiedere alla Camera dei deputati la fiducia al sous governo. "Il governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese" è la frase della premier che azzera mesi di presunti allarmi democratici della sinistra. "Alla prova dei fatti anche su diritti civili e aborto vedremo chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorali sulle nostre reali intenzioni", dice Meloni con telecamere che indugiano sui volti funerei di Alessandro Zan e Laura Boldrini... 

 

Poi è l'ora di passare alle "parole chiare" sul fascismo chieste a più riprese dalla sinistra nonostante Meloni in realtà abbia ribadito le sue idee in più occasioni. In ogni caso, a Montecitorio hanno un peso diverso: "Libertà e democrazia sono i principi in cui mi riconosco. Non ho mai provato simpatia per nessun regime, nemmeno per quello fascista". 

 

Non solo. "Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre", ha detto  Meloni tra gli applausi scoscianti della Camera. "I totalitarismi del ’900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei. E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta", conclude la premier. 

 

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