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Nel programma Pd cannabis, migranti e Ddl Zan: Enrico Letta si dimentica del popolo

Daniele Di Mario
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Cannabis, ius scholae e Ddl Zan. Il segretario del Pd Enrico Letta presenta in direzione nazionale il programma elettorale dei Democratici e riparte dai tre punti sui quali è calato il sipario sul governo Draghi. Tre provvedimenti divisivi che avevano provocato l'irritazione di Lega, FI e centristi e indebolito la maggioranza. Letta riparte da quei tre punti, lasciando sullo sfondo l'agenda Draghi, le ricette per far ripartire l'economia, la politica fiscale e del lavoro. I pilastri dell'agenda Letta sono ben altri e guardano molto più a sinistra, occupandosi solo di una parte del Paese reale. Quella che vota Pd. E neanche tutta.

 

La relazione di Letta si apre con un corale applauso - richiesto dallo stesso segretario -per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante della Costituzione, e con un nuovo affondo contro Berlusconi: «Un errore drammatico avere chiamato in causa il Quirinale nella campagna elettorale». La seconda citazione con nuovo applauso - arriva in chiusura di relazione ed è per David Sassoli. Letta ripete «le ultime parole» del presidente del Parlamento Ue scomparso all'inizio dell'anno - per introdurre il programma elettorale del Pd: «La speranza siamo noi, quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie». Saranno queste parole, «le ultime parole di David Sassoli», Il segretario sottolinea che si tratta di «una frase che tiene insieme tutto quello che siamo, che pensiamo e che facciamo».

 

Aprendo la direzione, Letta ribadisce quanto già detto nei giorni scorsi: «Siamo di fronte a una scelta storica, ancora più evidente dopo i fatti di ieri. Osi sta dalla parte della difesa o dello stravolgimento della nostra Costituzione». E sul presidenzialismo è netto: «Non è un'idea di Giorgia Meloni, ma di Almirante e del Msi. È una riforma che vuole postata su tre pilastri»: «Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale», «Lavoro, Conoscenza e giustizia sociale», «Diritti e cittadinanza».

 

Letta non nasconde che se «gli altri hanno una potenza di fuoco, soldi e media che noi non abbiamo», si punterà ad avanzare «una proposta al giorno, lavorando su un tema al giorno, con la nostra agenda e 100 mila volontari».

Tra i punti-cardine c'è l'approvazione «subito» del ddl Zan e del matrimonio egualitario, perché «un Paese civile non esclude, non emargina, non ghettizza». Ma anche l'abolizione della «Bossi-Fini» da sostituire con «una nuova Legge sull'immigrazione, che permetta l'ingresso legale per ragioni di lavoro, anche sulla base delle indicazioni che arrivano dalle imprese italiane e dal terzo settore». Tra le priorità c'è anche la riforma elettorale, vista «la pessima legge elettorale con la quale andiamo a votare» e «per superare la frammentazione, il trasformismo, per ridurre gli effetti distorsivi sulla rappresentanza legati al taglio dei parlamentari e per favorire la costruzione di forze politiche stabili e dotate di una riconoscibile identità».

 

«Introdurremo lo Ius Scholae, per superare le ingiustificate discriminazioni che ancora oggi vediamo nelle classi italiane. A settembre, bambine e bambini torneranno nelle scuole. Studieranno insieme, mangeranno insieme, giocheranno insieme. È il momento di introdurre una norma che non è solo civiltà: è prima di tutto buonsenso», rivendica il documento dem peril quale «chi è figlio di genitori stranieri e completa un ciclo di studi in Italia diventa cittadino italiano». Altro tema caldo sul quale si promette l'approvazione di una legge ad hoc, il fine vita «per difendere fino all'ultimo - si legge- dignità e autodeterminazione, in linea con le indicazioni della Corte costituzionale. Tutte le democrazie avanzate discutono del tema, abbiamo il dovere di fare lo stesso». Ma non solo. Sul contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata, «riteniamo sia arrivato il momento di legalizzare l'autoproduzione per uso personale e fare in modo che la cannabis terapuetica sia effettivamente garantita ai pazienti che ne hanno bisogno».

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