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Spostamenti liberi tra comuni a Natale e Capodanno, si rimangiano tutto? E spunta la deroga chilometrica

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Il premier Giuseppe Conte ha aperto alla revisione del divieto di spostarsi da un comune all'altro durante i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, seppur investendo il Parlamento della responsabilità di modificare le norme del Dpcm. Ma l'apertura è un colpo a segno per il centrodestra, come ricorda Giorgia Meloni. "Conte ha detto di essere aperto alla revisione di questa decisione e ne siamo contenti, siamo contenti se questa decisione verrà rivista, e siamo contenti dell’iniziativa del centrodestra che porta a questa decisione", ha detto a margine di una iniziativa di Fratelli d’Italia a Roma, in merito a un possibile allentamento delle restrizioni relative allo spostamento tra i Comuni per le festività natalizie. Il Governo "voleva impedire, a Natale, il passaggio da un Comune all’altro, decisione che avrebbe abbandonato nella solitudine milioni di italiani, e impedito alle famiglie di vivere il Natale insieme. Il centrodestra ha presentato una mozione e la mozione è stata calendarizzata", ha precisato Meloni.

 

Ma è ancora braccio di ferro sul possibile allentamento del divieto di spostamento tra Comuni il 25, 26 dicembre e 1 gennaio. Sulla linea dura restano gli scienziati, spalleggiati da Roberto Speranza e Francesco Boccia. "Noi vogliamo continuare ad essere molto rigorosi, se qualcuno vuole rimuovere i vincoli su tutti i Comuni italiani ci troverà contrarissimi - dice senza mezzi termini il ministro per gli Affari regionali. se invece si vuole un chiarimento sui piccoli comuni delle aree interne quel chiarimento arriverà. Chi vuole allentare tutto ci metterà la faccia per risponderne agli italiani".

 

"Gli spostamenti durante il periodo natalizio andrebbero ridotti, non aumentati. Questo virus non ci consente deroghe", gli fa eco Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico. La linea del Governo - proposta anche da Giuseppe Conte - resta quella di coinvolgere il Parlamento. Chi lavora al dossier, tra Camera e Senato, ammette, però, che le difficoltà non mancano, sia nel merito che nel metodo.

Esclusa la possibilità di rimuovere del tutto gli spostamenti tra Comuni nelle giornate di festa (in questa direzione muove il centrodestra incontrando anche il favore di Iv), l’ipotesi più realizzabile sembra quella di consentire la mobilità tra Comuni in base a una distanza chilometrica, permettendo gli spostamenti entro un raggio di 20 km. La norma, in realtà, sarebbe di difficile applicazione (20 km da dove?) e non immediatamente controllabile ed eventualmente sanzionabile da parte delle forze dell’ordine, ma i tecnici sono al lavoro per renderla operativa. Possibile ancora si scelga la strada di consentire di uscire dal proprio Comune a chi vive in un centro con meno di 5mila abitanti per recarsi nei Comuni limitrofi.

 

Si ragiona poi sul metodo. Difficile emendare il decreto Natale, che contiene il divieto, prima di gennaio. Il provvedimento arriverà alla Camera, che però è alle prese con la legge di Bilancio. Anche in Senato è caos provvedimenti: martedì si dovrebbe votare la fiducia al decreto Ristori e c’è poi il decreto Immigrazione da convertire entro il 20 dicembre. Per dare l’ok al decreto modificato in entrambi i rami del Parlamento entro il 23 (in modo da consentire la pubblicazione in Gazzetta ufficiale entro il 24), quindi, "la strada è stretta".

Una possibilità potrebbe essere quella di approvare una mozione di maggioranza mercoledì, quando è in calendario a palazzo Madama quella presentata dal centrodestra contro lo stop agli spostamenti. Lunedì, nel corso della conferenza dei capigruppo, si cercherà di arrivare a una proposta il più possibile condivisa. Se poi l’aula dovesse approvarla, il Governo potrebbe varare un nuovo decreto sostitutivo del precedente, che anche in questo caso andrebbe approvato entro il 23 dicembre.

 

C’è poi una via più semplice, che secondo alcuni resta percorribile: i "piccoli" spostamenti tra "Comuni limitrofi" potrebbero essere consentiti anche attraverso le ’faq’ alle quali starebbe lavorando il Viminale. Resta il niet di Pd e Leu sugli spostamenti più lunghi e su possibili rompete le righe. "Ci sono 5 regioni a rischio alto, il giallo ora è il colore prevalente ma è il risultato di tanti sacrifici e impone ancora attenzione. Se a dicembre i comportamenti non saranno rigorosi - avverte Boccia - il rischio di una terza ondata è abbastanza certo". 

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