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Comunali, Grillo sconfitto in tutte le grandi città: tornano le grandi coalizioni

Dario Martini
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Era la prova del nove per i Cinque Stelle. E ne escono con le ossa rotte. I candidati di Grillo hanno fallito l'appuntamento con le elezioni nei grandi Comuni. Non sono riusciti a sfondare a Genova, la città del leader pentastellato, sono rimasti fuori dei giochi a Palermo, divorati dalle faide interne, e sono stati umiliati a Parma, feudo dell'ex grillino e ribelle per eccellenza Federico Pizzarotti. Nessun exploit di rilievo, quindi, come era accaduto in passato a Roma e Torino con Virginia Raggi e Chiara Appendino. Ecco come sono andate le elezioni amministrative nelle città più grandi. Come detto, Genova e Palermo, erano i test più significativi. A Genova vanno al ballottaggio Marco Bucci (38,8%), sostenuto dall'asse sovranista Salvini-Toti-Meloni, e Gianni Crivello del centrosinistra (33,4%). È rimasto fuori dalla contesa, invece, Luca Pirondini del MoVimento Cinque Stelle (18,1%). Probabilmente non gli ha fatto bene la guerra intestina con Marika Cassimatis (un misero 1,1%), la candidata che inizialmente si era imposta alle comunarie online, poi annullate proprio da Grillo perché non gradita. Ma ha pesato ancora di più la discesa in campo dell'outsider Paolo Putti, anche lui grillino dissidente, che però non ce l'ha fatta a sorprendere gli avversari. Neanche a Palermo i pentastellati sono riusciti a battere la "vecchia" politica. Il grillino Ugo Forello, uno dei fondatori di Addio Pizzo, è arrivato terzo con distacco (16,3%). Il sindaco uscente Leoluca Orlando, sostenuto da una coalizione di centrosinistra, è riuscito a confermarsi primo cittadino superando la soglia del 40% dei voti (tetto previsto in Sicilia). Fabrizio Ferrandelli, del centrodestra, si è dovuto accontentare del 31%. A Verona è andata in scena la faida nordista tra il sindaco uscente Flavio Tosi e il leader della Lega Matteo Salvini, che si sono affrontati attraverso i loro candidati. Patrizia Bisinelli, compagna di Tosi, con la lista Fare! è riuscita a piazzarsi seconda al fotofinish con 23,5% delle preferenze. Se la vedrà con il salviniano Federico Sboarina (29,3%), sostenuto da Lega, Forza Italia e Fdi. Orietta Salemi del Pd è rimasta fuori per un soffio (22,5%). A Parma Federico Pizzarotti ha confermato la sua sintonia con la città con la lista Effetto Parma (34,7%). Al ballottaggio si confronterà con Paolo Scarpa del Pd (32,7%). Laura Cavandoli (Forza Italia, Fratelli d'Italia) non ce l'ha fatta nel colpaccio e si è piazzata terza col 19,2%. Deludente il risultato di Daniele Ghirarduzzi (M5S) che non è riuscito a rompere le uova nel paniere a Pizzarotti. Un bello smacco per Grillo. Nelle altre grandi città, come Taranto, andrà in scena la classica sfida tra centrodestra (Stefania Baldassarre, 22,5%) contro centrosinistra (Rinaldo Melici, 17,8%). Il grillino Francesco Nevoli si è piazzato terzo con 12,4%. A L'Aquila il candidato del M5S, Fabrizio Rigetti (4,8%), è stato umiliato da Americo Di Benedetto (centrosinistra, 47,1%) e Pierluigi Biondi (centrodestra, 35,9%) che se si daranno battaglia il 25 giugno. Anche a Catanzaro la grillina Laura Granato non è pervenuta (circa il 6%), surclassata da Sergio Abramo (centrodestra, 39,5%) che se la vedrà al secondo turno con Vincenzo Antonio Ciconte (centrosinistra, 31%). Infine, a Padova Massimo Bitonci, sostenuto da Fi e Lega, prende il 40,2% e sfiderà Sergio Giordani, del Pd, col 29,2%. In conclusione, oltre alle grandi città, il MoVImento è riuscito ad accedere al ballottaggio in soli 8 centri su 140. Grillo però non si scoraggia: "Gongolate sulla fine dei Cinque Stelle, ma vi illudete". Mentre il centrodestra esulta: "E' la prova che uniti ce la possiamo fare".

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