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Migranti, Rise Above a Reggio Calabria. "Sbarchiamo in Italia", esplode la festa

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La nave Rise Above della Ong Mission Lifeline è arrivata questa mattina nel porto di Reggio Calabria. A bordo ci sono 89 migranti, soccorsi nel Mediterraneo centrale. Da alcuni giorni la nave attendeva al largo della Sicilia di avere indicazioni dalle autorità italiane circa il porto di attracco. Indicazioni che sono arrivate nella tarda serata di ieri. A breve inizieranno le operazioni di sbarco. Tutti i migranti a bordo saranno fatti sbarcare a differenza di casi di Catania, questo perché il salvataggio è avvenuto nell'ambito di un'operazione Sar, Ricerca e soccorso. La Ong tedesca ha diffuso il video che mostra il momento in cui l'equipaggio annuncia che stanno per sbarcare in Italia, con i migranti che esplodono in una ovazione. 

 

Intanto è sempre alta la tensione a bordo dell’Ocean Viking. Sulla nave umanitaria, su cui 234 migranti attendono di poter sbarcare, alcuni di loro hanno manifestato l’intenzione di buttarsi a mare. "Il livello di disagio mentale dei naufraghi è esploso: è stato raggiunto il limite", fa sapere Francesco Creazzo, portavoce di Sos Mediterranee Italia. Tre naufraghi che si trovavano a bordo della nave Geo Barents della Ong Medici Senza Frontiere, in preda al panico, si sono gettati nelle acque antistanti al porto di Catania. Uno gesto di disperazione giunto da parte di tre tra i 215 per i quali le autorità italiane non hanno concesso lo sbarco, perché non ritenuti soggetti fragili come è invece è stato per gli altri che erano a bordo. Nel frattempo dalla Ong hanno fatto sapere che non vi è nessuna intenzione di abbandonare il porto.

 

"Tutti loro sono sopravvissuti, sono reduci da un’operazione di soccorso. Molti di loro non capiscono perché gli altri naufraghi sono stati fatti sbarcare ma loro no. Tutti hanno bisogno di un porto per lo sbarco", ha spiegato Caroline Willemen, del team di Medici Senza Frontiere.  Intanto al porto di Catania è ferma con 35 naufraghi a bordo, anch’essi non ritenuti soggetti fragili e quindi non autorizzati allo sbarco, anche la nave Humanity1. "Noi non vogliamo lasciare questo porto, non ci muoveremo da qui finché ogni singola persona non sarà scesa da questa nave - ha detto Till Rummenhohl, capo missione della Humanity1 - ogni persona ha gli stessi diritti e deve avere la stessa protezione, in base alla convenzione di Ginevra". 

 

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