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Guerra in Ucraina, scenario da brividi di Nelli Feroci: il Donbass potrebbe non bastare a Putin. Zelensky all'angolo

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La situazione sul campo di battaglia pesa sulla ricerca di un negoziato di pace. L'avanzata russa nel Donbass estende non poco l'area che, in un negoziato ancora ipotetico, potrebbe essere ceduta dall'Ucraina. L'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, già commissario europeo per l'industria e l'imprenditoria, nella puntata di Atlantide di mercoledì 1 giugno spiega come diplomazia e operazioni militari non possono essere visti in modo separato in questo frangente del conflitto. 

 

"Sono molto cauto sulle possibilità di avvio di un interlocuzione seria, e non di una farsa come abbiamo visto nei primi giorni del conflitto e successivamente con l'incontro di Istanbul - spiega ad Andrea Purgatori - Ci sono però degli sviluppi sul terreno che meritano di essere sottolineati". È evidente che Vladimir Putin "ha modificato la strategia sul terreno", dopo gli attacchi su Kiev si è concentrato sul Sud "e abbiamo assistito per molte settimane al dramma di Mariupol", mentre oggi "la strategia russa si sta concentrando, con maggiore efficacia, per l'occupazione di tutto il Donbass", spiega l'ambasciatore.  Severodonetsk sta per cadere, poi i russi proseguiranno l'offensiva sul resto del Donbass, è la previsione di Nelli Feroci.

 

"Questo pone un problema enorme" per l'Ucraina, "che può mantenere una linea di resistenza ad oltranza a est del fiume Dnipro, con il rischio che una volta che i russi dovessero sfondare non avrebbero più una forma di resistenza sul resto del Paese - spiega Nelli Feroci -  oppure ritirarsi un po' a ovest e li cercare di organizzare una resistenza sul resto del paese dando per perduto il Donbass". Un problema per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky perché, in un possibile tavolo di trattativa, non si tratterebbe più delle sole repubbliche filorusse ma di un territorio molto più ampio nelle mani dei russi. 

 

L'ambasciatore resta cauto sull'ipotesi che Putin con la presa del Donbass abbiate terminato le operazioni militari e sia disposto a sedersi a un tavolo. Resta poi l'incognita Zelensky che potrebbe non ritenere le condizioni russe accettabili. "Tutto questo poi lascia in sospeso l'altra questione enorme, tuttora aperta", ossia "del destino di quel corridoio di territorio oggi sostanzialmente occupato dalle truppe russe che collega il Donbass con la Crimea fino a Kherson - riassume l'ambasciatore - non so se, come e quanto Putin si è disposto a rinunciare a quel territorio". 

 

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