
Controcorrente, parla l'ex consigliere di Putin: "Biden voleva ucciderlo". La versione di Sergei Markov

Cosa ha spinto il presidente russo Vladimir Putin ad attaccare l'Ucraina portando la guerra nel cuore dell'Europa? A dare un punto di vista privilegiato è Sergei Markov, ex potentissimo consigliere di Putin che è stato intervistato da Veronica Gentili mercoledì 1 giugno a Controcorrente, il programma di Rete 4.
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In studio scorrono le immagini di pochi anni dello Zar che stringe la mano ai leader europei. "Chi è veramente Putin? Quello rivolto a Occidente o quello che stiamo vedendo adesso nel corso di questa guerra?" chiede la conduttrice. "Lui Innanzitutto è l'amico dei leader occidentali, è una persona assolutamente europizzata e si è laureato presso la migliore università di San Pietroburgo a suo tempo - afferma l'ex consigliere - Putin da sempre ha cercato di integrare la Russia con l'Europa, ricordava che Pietro il Grande, che era una grande Zar, guardava verso L'Europa".
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Poi è successo qualcosa, afferma Markov che gela tutti con una frase a effetto sul presidente americano e il rapporto con Putin. Joe Biden "ha deciso e di ucciderlo e lui non ha accettato, questo è il dramma sostanzialmente" afferma l'ex consigliere. La conduttrice chiede numi sull'espressione usata da Markov, che spiega: "All'inizio nel 2010 Biden", allora vicepresidente, "è arrivato" in Russia "e ha detto a Putin: non ci piace che tu continui a essere a fare il presidente, quindi non devi candidarti perché te ne pentirai. Putin gli ha risposto che la Russia è uno strato sovrano e decideremo noi che farà il presidente", è la ricostruzione dell'ex consigliere di Putin che riporta anche, a suo dire, la risposta di Biden: "Allora noi ci vendicheremo".
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Nel corso della puntata Markov è tornato a sottolineare la necessità di denazificare l'Ucraina: "In Ucraina i fascisti sono stati costruiti dagli americani", ha argomentato l'ex uomo di fiducia di Putin che ha indignato non poco gli ospiti in studio come la giornalista Maria Giovanna Maglie: "La denazificazione dell'Ucraina per la Russia è solo un pretesto per continuare l'offensiva".
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