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È ora di levare questo green pass. Una restrizione che fa solo guai

Francesco Storace
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Sembra un depistaggio, cartello applausi perché da venerdì – e solo all’aperto – le mascherine potremo tenercele in tasca. Di green pass e stato di emergenza non si dice ancora che cosa prevede il copione. Un classico. Ma davvero si può pensare che il popolo batterà le manine perché finalmente potrà mostrarsi in pubblico senza occhiali appannati e respirare a pieni polmoni? Non c’è bisogno di essere no vax per dire di smetterla con un clima che esaspera e basta.  Tantissimi tra noi sono arrivati alla quarta puntura nel braccio: due dosi, il booster, l’antinfluenzale. Le percentuali di popolazione protetta parlano del 91% che «ha fatto il suo dovere». E ora, il ritorno alla normalità è rappresentato dalla mascherina che ci terremo in tasca?

 

Non è più il tempo della faccia feroce, degli annunci belluini protetti dalle telecamere che rimbalzano dichiarazioni di guerra nelle nostre case. Chi non si è vaccinato non lo convinci più. Omicron è meno pericolosa di Delta, è diventato assolutamente inutile inasprire gli animi. Conosciamo tanti «positivi» che sono tornati ai domiciliari come al tempo del lockdown senza tossire mai e con febbre inesistente. Sostanzialmente sani, diciamola così, ma reclusi in casa propria.

 

L’altra sera era da ammirare in tv Daniele Capezzone nella sua protesta "british". Il Covid non gli ha allentato neppure il nodo della cravatta, eppure guai ad uscire. Il portiere avvisa la polizia.

Sicuramente meglio lui che gli urlatori da vaccino. La smettano di istigare i no vax con un frasario da curva di uno stadio e non da uomini di Stato: «Vi renderemo la vita impossibile». Ma che razza di termini usano per "convincere" quella miseria di nove per cento che ha deciso di non volerne sapere della siringa antiCovid? Se siete voi a dire che ormai è un’influenza, quella minoranza che diamine di paura vi fa?

 

La campagna vaccinale ci voleva ed è stata condotta col massimo dei voti, con solo qualche esitazione temporanea. La gente guarisce sempre di più e gli stessi dati su ricoveri e terapie intensive sono rassicuranti. Quelli sui decessi sono terribili anche quando muore una sola persona.

Ma non bisogna dimenticare che fra le tante restrizioni imposte agli italiani c’è stata anche quella che ha obbligato al green pass per poter lavorare. Una bruttissima misura che è costata non pochi sacrifici a chi non intendeva assoggettarsi.

È inutile accanirsi, non è questo il compito dello Stato. Ora bisogna riannodare i fili del dialogo, se se ne è capaci. Troppe lacerazioni, leggiamo accuse pesantissime da chi si sfoga scrivendo che hanno «praticamente incarcerato milioni di italiani».

Non vengono, queste affermazioni, da pericolosi estremisti antivaccinisti. Ma da chi, ad esempio, ha chiuso la propria attività. «Grazie, ci avete fatto riaprire, ma se non entra nessuno il fallimento è garantito».

 

 

Contro la persistenza del green pass, abbiamo visto cittadini normali che si sono ribellati, organizzando aperitivi autogestito fuori dai locali che richiedono, per rispettare la legge, la certificazione verde. È inimmaginabile pensare che tutto questo possa essere cancellato facendo girare le persone all’aperto senza mascherina.

Il governo, una volta tanto, ha il dovere della chiarezza. Il 31 marzo scade il termine dello stato di emergenza, che va avanti da fine gennaio 2020. Oltre due anni di misure il più delle volte incomprensibili. Si è sfiorato più volte il ridicolo, basti pensare per tutti a quegli episodi di caccia ai bagnanti con droni e vigili urbani sulle spiagge.

Finisca la stagione dell’emergenza e insieme si riponga nel cassetto, lo si elimini dallo smartphone, quel green pass che ha rappresentato più un’ennesima misura sociale di controllo che un provvedimento per sconfiggere la malattia. Lo si faccia sapere sin da ora, perché un’altra mazzata al nostro turismo non ce la possiamo permettere. Arriva la Pasqua, è prossima l’estate: ci si scordi di mandare i turisti stranieri in tutto il mondo tranne che in Italia, dove governa qualche alieno.

Se è vero – ed è vero – che gli italiani hanno fatto tutto quello che è stato loro chiesto o imposto è arrivato il momento di premiarli. È il governo che adesso si deve fidare dei cittadini e non il contrario.

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