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Se Crisanti critica il green pass diventa "baluardo dei no vax". Scintille con la Boralevi: è scienza, non religione

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L'obbligo di green pass ovunque ormai è inutile. Andrea Crisanti nella puntata di martedì 8 febbraio de L'aria che tira, il programma condotto su La7 da Myrta Merlino non ha dubbi. "Se uno va all'ufficio postale dove tutti hanno la mascherina" il certificato verde non serve a niente, "è inutile" dice il microbiologo. 

In collegamento c'è anche la scrittrice Antonella Boralevi, che non accoglie favorevolmente le parole dell'esperto. "Da filosofo del linguaggio faccio notare che nella comunicazione quello che conta è ciò che capisce" il destinatario del messaggio. "In questi due anni di pandemia abbiamo creato dei guru, maestri del pensiero come i virologi, tra cui c'è anche Crisanti - argomenta Boralevi - e le sue parole vengono utilizzate dai no vax. È diventato uno dei baluardi dei no vax" è la curiosa affermazione della scrittrice. 

 

Parole rispedite al mittente dal microbiologo che non accetta l'etichetta di paladino, seppur involontario, di chi fa di tutto per non vaccinarsi. "La scienza non è una religione e i no vax si sono congregati in una religione. Chi è favorevole al vaccino non deve fare lo stesso errore. Visto che non siamo una religione non dobbiamo né censurarci né censurare", ribadisce Crisanti che, come sottolinea la Merlino, "rivendica il diritto al dubbio". 

 

Sul tavolo anche la questione posta da Alberto Contri e dei Covid party, il fenomeno che vede protagonisti molti no vax "che si infettano volontariamente, e non per fanatismo, ma per prendere l'immunità da guarigione". 

 

"Non c'è dubbio che l'immunità naturale fornisce una protezione superiore del vaccino, ma noi facciamo il vaccino perché l'infezione comporta dei rischi molto maggiori dell'infezione naturale - spiega il professore - è tutto lì il rapporto costo-benefici. La vaccinazione previene dalle complicazioni" della malattia indotto dal virus, "e anche su questo non c'è dubbio" spiega ancora una volta il microbiologo. "È molto meglio vaccinarsi per il morbillo ed evitare i mille morti ogni 100mila infetti piuttosto che prendersi l'infezione". 

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