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Serie A, Lazio stanca, Juve super. I bianconeri vincono a Torino

Luca De Lellis
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L’ultimo Juventus Lazio, quello del 16 maggio scorso, era stato il giorno delle lacrime per i bianconeri, che salutavano per l’ultima volta due idoli della tifoseria come Chiellini e Dybala. Quelle lacrime oggi lasciano spazio al sorriso di Max Allegri, che festeggia la sesta vittoria consecutiva in Serie A. La doppietta di uno scatenato Kean e il tris di Milik mandano ko la squadra di Maurizio Sarri, che viene battuto per l’ottava volta in carriera (su 14 incontri) dall’allenatore livornese. Alla Lazio, sconfitta 3-0, è mancata la qualità negli ultimi trenta metri di campo, quelli di solito padroneggiati da Immobile e Zaccagni, assenze pesanti per i biancocelesti.

Ad eccezione dei primi 10’ di pressione forsennata della Juve, è la squadra di Sarri a dettare il ritmo del primo tempo (62% di possesso). Ma con un dettaglio di non poco conto: la Lazio non tira mai in porta per 45’, per la prima volta dall’inizio del campionato. Si vede subito che Moise Kean è in giornata. Anzi, è forse nel periodo migliore della sua carriera. Una sua sgasata sulla sinistra mette subito paura a Provedel. Dall’altra parte i biancocelesti fraseggiano ma fanno fatica a pungere con l’attacco super piccolo formato dall’eroe di giovedì Romero, Pedro e Felipe Anderson. Lo 0-0 sembrerebbe il risultato più giusto all’intervallo, ma una leggerezza di Milinkovic-Savic compromette tutto. Poi ci vuole la qualità degli interpreti, due tra i più criticati nel disastroso inizio di stagione bianconero. Rabiot scippa il pallone al serbo e imbuca subito per la profondità di Kean, che dà un’occhiata all’uscita di Provedel e lo supera con un pallonetto dolcissimo che vale il vantaggio.

 

 

 

 

La Lazio molla e perde la convinzione di poterla ribaltare. Il secondo tempo è un monologo della Juve, che calcia altre sei volte verso la porta avversaria. Milik scalda per primo i guantoni di Provedel, e poi si rende utile anche nell’azione del raddoppio. Altra palla persa in uscita dal centrocampo di Sarri, stavolta con Cataldi. Locatelli apre per Kostic che fa partire un diagonale mancino insidioso sul quale il portiere laziale non si oppone come da standard abituali. Il pallone resta lì per Kean che mette in ghiaccio il match. Il primo tiro nello specchio della Lazio è un rimpallo su Luis Alberto che impegna Szczęsny. La Juve si diverte con gli ingressi di Chiesa e Di Maria, con il primo che torna decisivo per la prima volta dopo l’infortunio con l’assist per l’appoggio vincente di Milik. L’operazione sorpasso è completata. La Juve chiude al terzo posto il primo scorcio di campionato. Un miracolo se si pensa alla situazione di qualche settimana fa. La Lazio rimane in piena zona Champions, ma ha bisogno dei suoi uomini migliori per poter lottare ancora. E la pausa rappresenta una manna dal cielo per Sarri, almeno in questo senso.

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