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Ballottaggi, Renzi twitta il grafico: 67 sindaci al centrosinistra, 59 al centrodestra

Silvia Sfregola
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Nessuna ripercussione sul Governo, né tantomeno sul Pd. Matteo Renzi incassa il colpo delle amministrative, ma tira dritto e si affida al risultato complessivo dei due turni che riguarda i Comuni con più di 15 mila abitanti. Così twitta un grafico realizzato da Youtrend. Un giudizio sulle elezioni amministrative 2017https://t.co/NTNBrbzTs5 pic.twitter.com/Vy2V1pD33R— Matteo Renzi (@matteorenzi) 26 giugno 2017 Sessantasette le città andate al centrosinistra, 59 al centrodestra, mentre il Movimento 5 Stelle ("che festeggia", sottolineano i dem) ne ha conquistate "appena otto": questa la fotografia dei numeri. "È un voto locale, a macchia di leopardo" e "molto hanno pesato i singoli candidati sul territorio", è la linea del segretario dem. Certo non sfugge che nei 25 Comuni capoluogo il centrosinistra passa dalle 14 amministrazioni uscenti (più Orlando a Palermo) alle attuali sei (Cuneo, Palermo, Padova, Lecce, Lucca, Taranto), mentre il centrodestra, che partiva da sei sindaci si ritrova con 16 fasce tricolori. Questi ballottaggi, però, secondo Renzi sono la dimostrazione evidente di come "non esistano formule o ricette magiche. Non è questione di liste o listoni". Non è sufficiente, fanno notare i renziani, allargare il campo fino a Pisapia. "A Genova e Sesto San Giovanni erano in campo coalizioni di centrosinistra anche larghe, ma non è bastato - sottolinea Maurizio Martina - occorre riflettere su come si sta insieme". Il vicesegretario Pd prende di mira il "tentativo di logoramento del Pd" che viene da sinistra, e che "deve finire", ma apre a una sorta di autocritica: "è giusto che il partito rifletta e riorganizzi le proprie forze anche mettendo in discussione alcune scelte fatte", ammette. Matteo Orfini lo dice senza troppi giri di parole: "Serve il modello Pisapia sennò si perde, dicono. Peccato che la sconfitta peggiore l'abbiamo subita a Genova - scrive su Facebook - dove venivamo da 5 anni di un (bravo) sindaco arancione e dove avevamo un (bravo) candidato che 'piace alla gente che piace'. Esito: dopo decenni ha vinto la destra". No, quindi, a "coalizioni litigiose che per stare insieme hanno bisogno del vinavil" e allo "schema di gioco" che passa da "un'estenuante discussione" sulle alleanze voluto da chi "ha tutto l'interesse a logorare il Pd". "Concentriamoci su di noi", dice il presidente dem. La replica non si fa attendere. Da Campo progressista ricordano a Orfini la titolarità del "modello Roma 2016 che ha consegnato la Capitale al M5s" e invitano "chi non vince elezioni da tre anni e che prova a scaricare le proprie responsabilità nei riguardi di chi le elezioni (a differenza sua) le ha vinte, ha governato e governato bene" al silenzio e all'autocritica. La pensa come Pisapia Andrea Orlando, che accusa Renzi di minimizzare la sconfitta, "quasi come faceva la vecchia politica" e di isolare il partito". Per il ministro della Giustizia il voto locale costituisce "un campanello d'allarme significativo, ma rimediabile". Si può tornare in carreggiata, sottolinea, ricomponendo il campo, riunendo attorno a un tavolo tutte le forze che si riconoscono nel centrosinistra. L'unità, è l'inciso, è "condizione necessaria anche se non sufficiente". Il Guardasigilli bolla come "propaganda" l'idea che il voto possa avere conseguenze sul Governo, né ritiene ne possa avere sul partito, dopo l'affermazione "netta" di Renzi, ma affida al segretario "l'onere" di tessere e ricostruire. Di tavoli e alleanze, - "convegni e tartine", avrebbe detto un tempo - Renzi (rientrato oggi a Roma per lavorare alla ripartenza) però, non vuol sentir parlare. Ecco perché nel corso dell'assemblea dei circoli che si terrà sabato a Milano, in concomitanza con la piazza Santi Apostoli di Giuliano Pisapia, il segretario punterà più sulle idee e le 'politiche' che non sulla 'metapolitica' e le discussioni da addetti ai lavori, poco premiate da sondaggi e elettori. Nessuna corsa al voto, certo, a questo punto. E, è la linea, "se si riprenderà a parlare di legge elettorale, lo si farà dopo la pausa estiva". Il centrodestra può vincere le prossime elezioni, è vero - ammettono i renziani - ma può anche perderle, perché "tutt'altro che chiuso" è l'accordo tra berlusconi e Salvini. E se, è convinto Renzi, "Grillo non è morto", non lo è neanche il Pd. "Un giudizio sulle elezioni amministrative 2017" cinguetta su Twitter Matteo Renzi. Il segretario del Pd posta un grafico realizzato da Youtrend, relativo ai Comuni sopra i 15mila abitanti. Nel grafico abbiamo il centrosinistra a quota 67, il centrodestra a 59, seguono il M5S a 8, il Centro a 2, liste civiche a 20, Sinistra a 2.

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