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Il cervello svela agli scienziati i suoi segreti

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Dopo essere stato per anni l'organo più misterioso, ora una serie di ricerche incrociate iniziano a spiegare il suo funzionamento

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Come funziona il cervello? Per millenni a questa domanda non è stato possibile dare una risposta. Ma, da circa un trentennio, l'organo più misterioso del corpo umano ha cominciato a «svelare» i suoi segreti agli scienziati che lo studiano. La rivoluzione che ha reso tutto questo possibile si chiama Risonanza magnetica e Pet, spiegano a Milano neurologi e filosofi, durante l'incontro sponsorizzato da Novartis che ha contribuito alla realizzazione dell'edizione italiana della mostra organizzata dall'American Museum of Natural History di New York in collaborazione con Comune di Milano-Cultura, Museo di Storia Naturale, Codice. Idee per la cultura, 24 Ore Cultura - Gruppo 24 ore, Guangdong Science Center, Guangzhou e Parque de las Ciencias, Granada. La mostra , spiega Georg Schroeckenfuchs, da pochi giorni ad e country president di Novartis in Italia, «illustra in modo esemplare quello che sappiamo oggi sul cervello, ci aiuta a comprendere come funziona e come possiamo "prendercene cura"». Oggi la «scatola nera» del corpo umano che racchiude segreti preziosi sul funzionamento dell'organismo non è più inaccessibile. Merito del neuroimaging. La sclerosi multipla , malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che in Italia colpisce circa 68 mila persone, è uno dei campi in cui l'applicazione delle tecnologie di neuroimaging ha fatto la differenza. «Per anni il cervello è rimasto una sorta di black box, una grande scatola nera e misteriosa. Poi all'inizio degli anni '80 è cominciata la rivoluzione che ha trasformato una macchia scura in qualcosa di molto più trasparente». Il presidente della Società italiana di neurologia Giancarlo Comi, direttore del Dipartimento neurologico e dell'Istituto di neurologia sperimentale dell'Istituto scientifico San Raffaele - università Vita-Salute di Milano, racconta così la svolta che ha catapultato gli scienziati nel «cuore» del cervello. La portata della rivoluzione , assicura il filosofo Michele Di Francesco, rettore dell'Istituto universitario di studi superiori Iuss di Pavia, «è al pari di quelle innescate da Galileo e Darwin». Lo scrigno dei pensieri e delle emozioni, delle decisioni ma anche delle malattie, è stato aperto. E se molto c'è ancora da scoprire - lo testimoniano i maxi investimenti varati da Europa e Usa per due progetti che puntano a mappare la mente in ogni suo dettaglio - oggi il cervello finisce sotto i riflettori. «Misurando per esempio l'atrofia cerebrale in una persona colpita da sclerosi multipla possiamo sapere se una determinata terapia è più o meno efficace, ovvero se è in grado di rallentare il processo degenerativo», spiega Comi. Le tecniche di neuroimaging, aggiunge Di Francesco, «ci hanno mostrato in concreto le basi cerebrali dei nostri comportamenti, ci permettono di superare antichi pregiudizi filosofici come la contrapposizione tra ragione ed emozione: i processi del ragionamento presuppongono in realtà collaborazione tra aree razionali ed emotive. Possiamo poi capire come il cervello contribuisce alle attività degli esseri umani in quanto animali sociali». Il cervello di ognuno cambia negli anni , a seconda degli input che riceve. «Anche il cervello dei ragazzi di oggi - continua Di Francesco - certamente si adatta all'esposizione a smartphone, computer e tablet che avviene fin dai primi anni di vita. La base biologica è uguale, è l'organizzazione che cambia». Per la gente comun e questa svolta nella scienza diventa una mostra: «Brain. Il cervello, istruzioni per l'uso», allestita a Milano al Museo di Storia Naturale e visitabile da oggi al 13 aprile. ( Nella foto: «Johnny Mnemonic» un film di fantascienza del 1995 per la regia di Robert Longo, con Keanu Reeves )

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