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Roma, la Galleria Alberto Sordi cambia faccia e si rifà il look: più ristoranti e meno negozi

Damiana Verucci
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Chiuderà definitivamente il 31 agosto, la Galleria Colonna, che i romani conoscono anche come Galleria Alberto Sordi e sarà da quel momento in poi oggetto di una profonda riqualificazione di cui ufficialmente si sa poco o niente, la cui durata dovrebbe essere meno di un anno. Fino ad allora resteranno aperti i bagni, la libreria Feltrinelli, che però ha annunciato che tirerà giù le saracinesche già dalla fine di questo mese e i due bar presenti gestiti dal gruppo Vanni, che ha fatto sapere a Il Tempo, non rinnoverà il contratto con gli attuali gestori della Galleria. Insomma, si preannuncia un restyling che secondo nostre fonti interesserà sia le attività di somministrazione che quelle commerciali al suo interno. Per cominciare addio alle isole centrali occupate attualmente, appunto, dai due bar di Vanni. E addio anche ai numerosi tavoli che si prendevano gran parte dello spazio adiacente il lungo bancone.

 

 

«Con i proprietari non siamo riusciti ad arrivare ad una soluzione - spiega Lorenzo Vanni - avevo sottoposto loro un progetto che era quello di fare una sorta di tempio dell'enogastronomia con spazi per ogni regione d'Italia, in modo da far conoscere agli stranieri il nostro made in Italy enogastronomico. Mi ero dichiarato disponibile a fare da referente e da gestore dell'iniziativa». Impossibile poi, secondo Vanni, sostenere la richiesta economica per continuare a restare all'interno della Galleria anche una volta ultimati i lavori, che è di 1500 euro al mese a mq. A conti fatti un locale di 200 mq. andrebbe a pagare 300 mila euro l'anno più Iva, quindi circa 30 mila euro al mese ai quali vanno aggiunti tutti gli altri costi per gestire un'impresa. «Queste cifre possono permettersele solo delle multinazionali». Il pensiero di chi potrebbe prendere il posto di Vanni va a nomi come Illy Caffè. Si tornerà poi ad ospitare la ristorazione, ma di livello, che potrebbe però avere a disposizione meno tavoli per far sedere la clientela. Mentre si punta a noti brand nel settore abbigliamento. In questo caso voci informate parlano di un minor numero di esercizi commerciali rispetto a quelli presenti, forse a favore del maggior numero di punti ristoro. C'è infatti il capitolo richiesta economica da non sottovalutare. Affitti così elevati non possono che far propendere verso soluzioni di brand già affermati sul mercato, disposti a pagare pur di non rinunciare a piazze di visibilità così importanti come può essere proprio la Galleria Colonna.

 

 

Anche per il futuro della libreria Feltrinelli c'è incertezza legata sia al rinnovo dei canoni di locazione, che all'eventuale adattamento ai nuovi spazi. Al momento sembra ci siano trattative in corso con la proprietà e se si dovesse trovare un punto di incontro non è escluso che la libreria possa ricominciare la sua attività dopo i lavori di restauro. Del resto la perdita della Feltrinelli non può passare inosservata in un centro della Capitale dove in pratica le librerie non esistono più. Lotta con estrema forza Massimo Botrini della libreria sotterranea Cicerone di Largo Chigi, che è tra i «sopravvissuti» di un mestiere sempre più difficile; la notizia della chiusura della Feltrinelli è una ferita aperta anche per lui. «Mi è rimasta impressa la frase che ho sentito di recente da una coppia di turisti - racconta - che hanno commentato così il loro giro in centro, ma le librerie a Roma non esistono più?».

 

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