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Caos influenza nel Lazio, caccia al vaccino che non c'è

La Regione posticipa per la terza volta la data per il via alla profilassi

Antonio Sbraga
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Adulti e vaccinati. Ai ritardi: almeno 2 settimane di slittamenti per l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale nelle Asl, mentre ancora manco si conoscono le date di consegna delle prime scorte nelle farmacie, dove già si registra la caccia alle dosi con la corsa alle prenotazioni. Eppure era stata la stessa Regione Lazio, con un’ordinanza firmata il 17 aprile scorso dal presidente Nicola Zingaretti, a mettere in allarme “tutti i cittadini over 65 anni e tutto il personale sanitario”, chiamati a rispettare l’obbligo della vaccinazione “a decorrere dal 15 settembre 2020 in concomitanza con l’inizio della campagna di vaccinazione regionale. La mancata vaccinazione per il personale sanitario comporterà l’inidoneità temporanea allo svolgimento della mansione lavorativa. La mancata vaccinazione per le persone ultra 65 anni comporterà l’impossibilità di accedere a centri anziani o altri luoghi di aggregazione che non consentano di garantire il distanziamento sociale”.

Una settimana dopo quel termine, invece, mercoledì 23 l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha rimandato l’arrivo della prima consegna all’indomani: “Dal 24 settembre saranno distribuite le prime 400 mila dosi del vaccino antinfluenzale alle Asl”. Ed ora l’ennesima posticipazione di un’altra settimana: “Si parte il primo ottobre”, annuncia Antonietta Spadea, direttore dell’Unità Vaccinazioni dell’Asl Roma 1. Le farmacie romane, invece, ancora non sono state messe in condizione di poter fornire una data d’arrivo delle prime dosi destinate al resto dei cittadini che, se vorranno, dovranno comprarselo il vaccino (da quest’anno, oltre agli over-65 e gli operatori sanitari, sarà gratuito anche per i bimbi da 6 mesi a 6 anni e i signori tra i 60 e i 64). Anche perché in tutta Italia per ora ci sono solo “250mila dosi di vaccino antinfluenzale, messe a disposizione per la dispensazione in farmacia alle categorie non protette- ricorda il presidente di Federfarma, Marco Cossolo- ma rappresentano un numero assolutamente insufficiente al fabbisogno”. Fofi, Federfarma e Assofarm sollecitano anche “la somministrazione del vaccino direttamente in farmacia”, però l’Ordine dei medici di Roma è contrario: “Fare un vaccino in farmacia- commenta il presidente Antonio Magi- non credo sia ottimale per quanto riguarda il tema della sicurezza. E poi non è assolutamente competenza del farmacista svolgere quel tipo di attività, che invece spetta ai sanitari”.

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