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La Regione corre ai ripari: tamponi dal medico di base. Ma scattano le proteste

Antonio Sbraga
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Per cercare di «tamponare» le carenze dei drive-in ed accorciare le chilometriche file davanti ai loro ingressi ora la Regione Lazio cerca di correre ai ripari estendendo agli studi dei medici di famiglia e dei pediatri la possibilità di effettuare i tamponi. Ma il sindacato medici italiani (Smi) boccia la proposta: «Si rischia di causare assembramenti e diffusione del virus». Nonostante i primi no è però stato pubblicato il bando per acquisire, su base volontaria, la manifestazione d’interesse dei camici bianchi. «Questa rete - annuncia la Regione - sarà il primo livello che si aggiunge al potenziamento in corso dei drive-in e al completamento della rete dei laboratori privati, questi ultimi senza oneri a carico del servizio sanitario regionale. Titoli preferenziali per l’inserimento nella rete di sorveglianza per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono la partecipazione a Ucp, ovvero associazioni di medici e l’immediata disponibilità per garantire una più ampia copertura. La fornitura dei kit e dei rispettivi lettori sarà a cura del Servizio sanitario regionale da parte delle Asl territorialmente competenti. La domanda può esser presentata dai singoli professionisti o dal referente dell’Ucp per la forma associativa. La domanda dovrà essere presentata entro venerdì 16 ottobre».

Ma la segretaria generale dello Smi, Pina Onotri, ricorda alla Regione che «negli studi dei medici di medicina generale non c’è la possibilità di mantenere separati il percorso sporco – casi sospetti Covid 19- con il percorso pulito – altri pazienti, essendo appartamenti in privati condomini. Si corre il rischio concreto di causare assembramenti e diffusione del virus. Rischiamo di fare da untori e lasciare scoperta l’assistenza di migliaia di cittadini malati cronici od oncologici, se mai dovessimo chiudere gli studi per sanificarli o metterci in quarantena. Chiediamo- conclude Onotri- che vengano istituite le Usca, come previsto dalla legge, per supportate i medici di medicina generale nella gestione dei pazienti covid». Ma l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, va avanti: «Auspico una disponibilità da parte dei medici e pediatri per questa importante attività di sorveglianza regionale per il Covid-19. I medici di medicina generale stanno già fattivamente collaborando nelle Unità mobili Usca-r su cui finora non abbiamo mai avuto un caso positivo ed inoltre sono fortemente impegnati nella campagna vaccinale antinfluenzale ed hanno già a disposizione oltre 576 mila dosi di vaccino per le fasce interessate».

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