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Zampa: sull'autobus coi guanti. Ma per l'Oms aumentano i contagi

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Una ulteriore stretta sulle misure anti-covid. Ne parla Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, intervistata da La Stampa, sottolineando un ripensamento delle misure che riguardano i trasporti. «Posso dirle che le Regioni farebbero bene - dice - ad aprire con il ministero, con il Comitato tecnico scientifico e con il ministro Boccia, un confronto per mettere mano al provvedimento approvato a settembre. Fissare all’80% il limite massimo di capienza dei bus è stato rischioso. Avere una soglia così alta, senza un controllo effettivo a bordo, vuol dire lasciare la possibilità che si arrivi facilmente a mezzi pubblici pieni al 100%». «Vedo due strade praticabili. Si può introdurre - osserva - l’obbligo di usare guanti monouso a bordo dei mezzi pubblici, aumentando il ritmo delle sanificazioni del mezzo, più volte al giorno, perché non basta una volta sola. In alternativa, si può abbassare il limite massimo della capienza al 50%. Anche in questo caso andrebbe comunque aumentato il ritmo delle sanificazioni». E alla domanda: l’obbligatorietà delle mascherine all’aperto non sarà sufficiente a ridurre il numero dei contagi? Zampa risponde: «Una prima valutazione dell’impatto di questo provvedimento potremo farla tra circa dieci giorni. Come per le scuole, c’è bisogno di tempo per analizzarne gli effetti. Ma è senza dubbio utile per dare un segnale alla popolazione, perché non possiamo pensare, oggi, di tornare a vivere come prima. C’è un tempo per ogni cosa. Questo è il tempo di essere attenti e rigorosi. Quello delle feste e degli stadi aperti arriverà quando ci saranno terapie efficaci o il vaccino».

Sull’estate appena trascorsa afferma invece: «Durante l’estate potevano essere fatte scelte e tenuti comportamenti più responsabili, questo è sicuro. Il ministero della Salute pero di tutto può essere accusato fuorché di non aver combattuto, anche contro pseudo-esperti e folkloristici personaggi, per mantenere alta l’attenzione». In merito a ulteriori restrizioni dichiara poi, Zampa dice: «Si chiederà per certo di ridurre le presenze a feste e matrimoni. Dentro lo stadio poi non ci sarebbe nessun problema, perché c’è spazio ed è all’aperto, ma il problema è fuori, nell’accesso e all’uscita dagli impianti. Ecco perché non credo sia saggio aumentare il limite di spettatori. Pensiamo alle cose essenziali». Infine sulla possibilità di introdurre un coprifuoco alle 23 per locali, bar e ristoranti riferisce: «Il costo della gestione di un’epidemia è molto più alto. Immagino si possa pensare a restrizioni orarie, ne devo ancora parlare con il mio ministero, ma se arriverà un coprifuoco alle 23 per i locali e i ristoranti, sono certa che il governo l’accompagnerà a misure di sostegno per le attività interessate».

Ma sull'uso dei guanti sui mezzi pubblici i tecnici non la pensano come il sottosegretario Zampa. Per l’Iss, i guanti, come dispositivo di protezione, vanno bene a patto che «non sostituiscano la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per 60 secondi»; «siano ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati»; «come le mani, non vengano a contatto con bocca naso e occhi»; «siano eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato»; e «non siano riutilizzati». I guanti - sempre secondo l’Istituto superiore di sanità - sono necessari «in alcuni contesti lavorativi come per esempio personale addetto alla pulizia, alla ristorazione o al commercio di alimenti» e sono da considerare «indispensabili nel caso di assistenza ospedaliera o domiciliare a malati». E lo scorso giugno a non raccomandare l’uso di guanti da parte delle persone in pubblico come misura preventiva per impedire la diffusione del coronavirus era stata l’Organizzazione mondiale della sanità. Rispondendo a una domanda sulla necessità di usarli quando si va a fare la spesa, l’Oms spiegava in una sezione del suo sito che «indossare guanti in spazi pubblici non sostituisce la necessità per l’igiene delle mani, nè offre alcuna misura aggiuntiva di protezione contro il Covid-19 rispetto all’igiene delle mani». Insomma, per l’Oms, «i guanti non offrono una protezione completa contro il contagio delle mani», perchè il virus può passare «attraverso piccoli difetti dei guanti stessi o durante la rimozione dei guanti»; così come è possibile, con le mani guantate, passare il coronavirus «da una superficie all’altra» o «toccandosi il viso». Chi sconsigliava l’uso dei guanti («paradossalmente, può aumentare il rischio contagio») era stato all’AGI in una intervista del 3 settembre scorso il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università degli Studi di Milano. «Innanzitutto i guanti possono dare un falso senso di sicurezza - aveva spiegato l’esperto - e, quindi, indurre le persone a fare meno attenzione ad altre misure importanti per la prevenzione del contagio, come il lavaggio delle mani. A usare i guanti, invece, dovrebbero essere gli operatori sanitari, non solo perchè esposti maggiormente al rischio contagio durante l’esercizio della loro professione, ma anche perchè sanno bene come vanno utilizzati» aveva ribadito Pregliasco che poi aveva avvertito: «Più che saper indossare i guanti, bisogna saperli togliere. Se non vengono tolti con attenzione si rischia di rimanere contagiati». 

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