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Schlein all'angolo sui rifiuti: la decisione sul termovalorizzatore di Roma

Edoardo Romagnoli
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Da quando è stata eletta segretaria del Partito democratico Elly Schlein è intervenuta su tanti temi, solo su una questione si è tenuta alla larga: il termovalorizzatore di Roma. E il motivo non è difficile da immaginare. Elly è una ambientalista e come tale non ama i termovalorizzatori e non è un caso se come responsabile della Conversione ecologica ha nominato Annalisa Corrado da sempre schierata contro l’impianto. Il fatto è che a Roma la situazione rifiuti è talmente complessa che non sembrano possibili altre soluzioni ’più green’; almeno per il momento. Ieri alla Camera, però, l’Alleanza Verdi - Sinistra Italiana ha depositato una mozione su siccità ed energia in cui si chiedeva l’impegno del governo «ad adottare iniziative volte a rivedere le autorizzazioni per gli impianti di incenerimento di rifiuti a partire dalla gestione commissariale di Roma Capitale, che sono impianti energicamente a saldo negativo e non coerenti con gli obiettivi dell’economia circolare». Il documento è stato presentato da Filiberto Zaratti e verrà votato con probabilità domani con appello da parte del primo firmatario di Angelo Bonelli, segretario dei Verdi. Sul punto si dovrà esprimere il governo, ma è atteso al varco anche il Pd di Elly Schlein.

 

 

Nel testo della mozione presentata dall’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana si chiede al governo di revocare i poteri commissariali al sindaco Roberto Gualtieri e di sospendere le procedure autorizzative e di gara nominando un nuovo commissario che attui rapidamente il piano rifiuti della Regione Lazio che non preveda nuovi inceneritori. Come si legge nelle premesse: «In una strategia energetica coerente con gli obiettivi europei e dell’Onu anche l’economia circolare assume un ruolo strategico. In quest’ottica, il perseguire l’obiettivo di realizzare nuovi inceneritori, come previsto a Roma, non appare coerente a tali obiettivi». Tra gli impegni richiesti all’esecutivo, si legge: «Adottare iniziative volte a rivedere le autorizzazioni per gli impianti di incenerimento di rifiuti a partire dalla gestione commissariale di Roma Capitale che sono impianti energetica mente a saldo negativo e non coerenti con gli obiettivi dell’economia circolare».

 

 

Ma le grane per Elly non finiscono qui. Sono previsti anche due ordini del giorno collegati al decreto Pnrr sullo stesso tema, uno di Alleanza Verdi -Sinistra Italiana e l’altro del Movimento 5 Stelle. Le strategie dem potrebbero essere due: votare contro gli ordini del giorno o fare un gioco di astensioni incrociate. Se dovesse passare l’odg rischierebbe di essere una ’spallata’ al sindaco di Roma, perché se vengono tolti i poteri al primo cittadino si trasferiscono in automatico al presidente della Regione cui spetta la titolarità del piano rifiuti. Per questo la destra potrebbe essere tentata di votare per l’ordine del giorno e mettere in difficoltà la giunta di Roma. Oppure, come pensano e sperano i dem, potrebbe mostrarsi responsabile per poi rivendicare la ’paternità’ del termovalorizzatore e la messa in sicurezza di Roma dal rischio caos. Insomma il termovalorizzatore potrebbe mietere altre vittime dopo aver contribuito a far cadere il governo Draghi e aver infranto il campo largo di Enrico Letta facendogli poi perdere le elezioni.

 

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