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Pd, “così si mette Roma in grande pericolo”. Il pizzino di Bonaccini a Schlein

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Stefano Bonaccini parla a tutto tondo del futuro del Partito democratico, con una serie di ganci ben assestati all’area guidata dalla nuova leader Elly Schlein. Il governatore dell’Emilia-Romagna, intervistato da Repubblica, parte dal tema dell’alleanze per tracciare una rotta all’interno della sinistra, spaccata in troppe fazioni: “Sul tema alleanze va distinto un piano nazionale, dove non ci sono elezioni alle porte e quindi nessuna ansia di chiudere intese politiche. La necessità è quella è organizzare un’agenda condivisa delle opposizioni che renda più incisiva la battaglia nel Paese e in parlamento su sanità, salario minimo legale, Pnrr. Altro conto sono le amministrative. L’ennesima sonora sconfitta in Friuli rappresenta un campanello d’allarme per il Pd, ma anche per Movimento 5 Stelle e Terzo Polo che rischiano la marginalità. Da qui a un anno andranno al voto circa la metà dei Comuni e un terzo delle regioni, per cui o favoriamo un accordo di centrosinistra nel territorio o si perde già adesso a tavolino. Il tempo per organizzarsi è ora”.

 

 

Negli ultimi giorni si sono susseguite le polemiche per le scelte di Schlein, ma Bonaccini predica cautela: “Capisco che fra i nostri iscritti possa esserci qualche perplessità. Che il Pd abbia bisogno di rinnovarsi e aprirsi non c’è dubbio. La cosa essenziale è avere un’agenda politica solida e obiettivi condivisi, di cui i nomi devono essere una conseguenza. Sulla guerra in Ucraina do atto ad Elly di aver usato parole di chiarezza. L’ancoraggio al campo atlantico, insieme alla costruzione di un’Europa federale, non può essere in discussione. Anche su lavoro e imprese, politiche per la crescita e la redistribuzione, serve altrettanta nettezza. Il Pd non sarà mai il partito della decrescita, mentre dobbiamo essere quello della crescita sostenibile, sia sul piano sociale che ambientale”.

 

 

Poi un’ultima bordata sulla scelta fatta da Schlein di assegnare a un’ambientalista contraria al termovalorizzatore come Annalisa Corrado la delega sul Clima e la transizione ecologica. Una situazione esplosiva per Roma: “La transizione ecologica non è uno slogan ma un percorso per tenere insieme lavoro e ambiente. Se Roma non realizzerà il termovalorizzatore - sottolinea Bonaccini -, come hanno fatto le regioni del Nord, sarà in grave pericolo. L’alternativa non è l’economia circolare, mai rifiuti per strada e poi su migliaia di camion per portarli ad altri termovalorizzatori del Paese”.

 

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