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Pd, Schlein riscatena la guerra tra correnti. Malumori e delusione, dem in subbuglio

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Come un domino, uno dopo l’altro i malumori sul nuovo Partito democratico di Elly Schlein sono venuti allo scoperto. La minoranza interna è stupita, sorpresa e delusa per le scelte della leader, che ha cercato di togliere potere alle correnti e voluto disegnare un partito a sua immagine e somiglianza. Con i mal di pancia che sono destinati ad aumentare nei prossimi mesi. Il Corriere della Sera fa un quadro della situazione interna: Base Riformista e Giovani turchi restano in silenzio, soffrono invece i cattolici. “Mugugnano i riformisti, per l’evidente spostamento del timone a sinistra e perché pensano che Schlein non abbia ricambiato il senso di responsabilità che hanno mostrato accettando la gestione unitaria. E se Bonaccini fa di tutto per placare i suoi e prepara messaggi di unità e pacificazione, sottovoce i parlamentari dem raccontano che qualche disagio per le prime mosse della leader ci sarebbe anche nell’area di Dario Franceschini” il retroscena del quotidiano.

 

 

Nel mirino dei critici c’è anche la scelta di Schlein di annunciare i 21 membri della segreteria tramite il proprio profilo Instagram e non quello del Pd. “Elly si sta giocando la partita del suo profilo personale, ma c’è il rischio di una personalizzazione eccessiva, al Pd non serve una donna sola al comando” la voce di una deputata. Manifesta ad alta voce il proprio dissenso il senatore Enrico Borghi, tra i big di Base riformista: “Il Pd è l’unico partito che ha resistito alla personalizzazione della politica, al punto che Veltroni e Renzi hanno subito addirittura delle scissioni. Non è chiaro quale ruolo attribuiamo al Pd. I problemi non si risolvono con la genericità dell’artificio retorico e un partito movimento rischia di svanire in fretta. La novità delle proposta non basta, serve la solidità dell’azione”.

 

 

Le parole di Paola De Micheli e Gianni Cupero, sfidanti di Schlein alle primarie, sono già state registrate nei giorni scorsi ed ora è un susseguirsi di critiche. “Mi aspettavo una segreteria più aderente al risultato articolato del congresso, in cui la base degli iscritti ha scelto Bonaccini e quella delle primarie Schlein” l’affondo di Alessia Morani. “Schlein tirerà dritto a dispetto alle lamentele interne, convinta di aver ‘parlato con tutti’ e rispettato i patti con la minoranza” la chiosa dell’articolo sulla faida interna al Pd.

 

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