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Pd, Bonaccini: "Niente nomi dall'alto". Schlein vittima della sua stessa retorica

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Elly Schlein affronta la prima vera grana della sua segreteria, ossia la scelta dei capigruppo di Camera e Senato. A temerle i bastoni tra le ruote è il suo ex sfidante alle primarie, Stefano Bonaccini. Il governatore dell'Emilia Romagna è stato nominato presidente del Partito democratico per mantenere sulla barca dem quelli che lo avevano votato, molti dei quali iscritti al partito. E Bonaccini per principi simili chiede una rappresentanza anche nelle nomine. E attende una proposta concreta entro lunedì. Se non è un ultimatum, poco ci manca. 

 

 "Mi muoverei come la segretaria mi ha proposto ancora stamattina: proseguire nel confronto per capire come intende comporre il quadro complessivo nelle prossime ore, auspicabilmente da qui a lunedì. La linea e i nuovi assetti nei gruppi e nella segreteria. Per questa ragione vi proporrei di procedere così: non aprirei un dibattito su un quadro che manca di troppi elementi e userei il tempo che ci separa a lunedì per andare a chiuderli, a vedere qual è la proposta complessiva che Elly fa". sono le parole di Bonaccini ai parlamentari che hanno sostenuto la sua mozione al Congresso pd, secondo quanto trapela. 

 

 "Elly mi ha rappresentato il suo orientamento sui capigruppo la settimana scorsa e mi sono sentito in dovere di consigliarle subito prudenza. Non perché io creda che spetti a me dare pagelle sui nomi, ma perché penso che coi gruppi parlamentari vada costruito un rapporto positivo", argomenta Bonaccini che in un passaggio rivolge contro Schlein la sua stessa retorica: "Costruire questa sintonia a me non pare così difficile se si fanno i passaggi giusti e non si calano dall’alto proposte chiuse e indiscutibili", ha detto il presidente del Pd. Niente nomi dall'alto, come Shlein inveiva - in campagna per le primarie - contro "cacicchi e capibastone". 

 

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