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Calenda strizza l'occhio al centrodestra e scattano le polemiche dei renziani

Angela Barbieri
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La strategia di equidistanza tra destra e sinistra in nome di una politica fatta di scelte pragmatiche e non ideologiche, guidate solo «dall’interesse nazionale» costa a Carlo Calenda le prime scintille interne in vista della formazione del Terzo polo. Il leader di Azione, parlando di nucleare, si spinge quel passo più in là che basta per far storcere il naso ad alcuni renziani di rito. I fatti: su temi cruciali come il nucleare lei non è più vicino alla destra che al Pd di Schlein?, domandano all’ex titolare del Mise in tv: «Assolutamente sì - risponde lui -. Oddio, la destra sul nucleare dice e non dice. Noi, per esempio, l’altro giorno abbiamo chiesto di votare una mozione nostra in cui si diceva con chiarezza che si deve andare verso il nucleare e la destra l’ha votata. Ma veramente non faccio politica così: l’obiettivo di fare politica è migliorare la vita delle persone. Se un provvedimento della destra lo condivido, lo voto. Non è perché se è della destra o della sinistra che lo voto o non lo voto», insiste. Teresa Bellanova non gradisce e mette nero su bianco il suo disappunto: «Leggo che Carlo Calenda ha dichiarato che saremmo più vicini alla destra che al Pd. Non sono notoriamente d’accordo ma sono rassicurata dal fatto che la linea politica come già deciso verrà indicata nel congresso in modo democratico e dal basso, partendo dalle istanze dei territori e non dalle imposizioni dall’alto», attacca la dirigente di Iv.

 

 

La replica di Calenda non si fa attendere: «Ma perché scrivete queste falsità? Ho risposto, su domanda specifica dell’intervistatore, che SUL NUCLEARE - sottolinea su Twitter - il centrodestra è più vicino alla nostra posizione rispetto alla Schlein». Dalle parti di Azione, per dimostrare che quella sul nucleare è in realtà una posizione condivisa tra i due gruppi, vengono fatte notare le parole pronunciate in aula al Senato martedì da Lella Paita, capogruppo in quota Iv: «Il governo va in Europa a parlare di energia e si dimentica, dopo la pessima figura del ministro Pichetto Fratin, del tema del nucleare, che è un tema decisivo, importantissimo. Solo la nostra strategia in Aula ha permesso di recuperare questo vuoto».

 

 

Nucleare a parte, però, il cantiere del partito unico va avanti a ’stop and go'. La prossima settimana gli sherpa dei due gruppi si riuniranno per iniziare a scrivere il Manifesto poi, dal 10 giugno, con il via libera delle assemblee nazionali delle due forze politiche inizierà il percorso congressuale. «Io mi candido, lo decideranno gli iscritti con un meccanismo di primarie deciso dagli iscritti - spiega Calenda -. Non vogliamo fare come il Partito democratico dove gli iscritti hanno votato per Bonaccini e i non iscritti hanno ribaltato il risultato».

 

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