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Stefano Bonaccini o Elly Schlein? Il Pd è comunque destinato a spaccarsi

Christian Campigli
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Due visioni contrapposte del mondo. Due concezioni antitetiche di alleanze, obiettivi ed elettorato di riferimento. Stefano Bonaccini ed Elly Schlein rappresentano due rette parallele. Destinate a non incontrarsi mai. Uno scontro che delineerà il futuro del Pd. Da un lato un approccio più progressista, sul solco della tradizione blairiana. Una sinistra che dialoga col centro, più indipendente dai dogmi della Cgil e che tenta, seppur con notevoli difficoltà, di discutere con il mondo dell'impresa. Dall'altro lato dell'insormontabile muro, un partito figlio della tradizione comunista, che torni ad occuparsi a tempo pieno di antifascismo, di coppie omosessuali e di mondo operaio. Se la Schlein considera possibile l'alleanza con i Cinque Stelle, Bonaccini vorrebbe creare un campo largo, che vada da Renzi a Conte.

 

 

Secondo i rumors che si inseguono in questi giorni, l'ipotesi di una scissione, il giorno dopo l'elezione del nuovo leader, è verosimile. E con essa la nascita di un nuovo soggetto, guidato dal candidato alla segreteria che risulterà perdente. Non va dimenticato che una parte dei dem considera il dialogo con Renzi un'autentica provocazione. Fumo negli occhi. Ciò che sta avvenendo in Toscana in queste settimane è emblematico. Pd e Italia Viva non riescono a trovare la quadra per andare avanti nell'appoggio al governatore Eugenio Giani. Iv non vuole più recitare la parte della “piccola Cenerentola” e chiede rispetto. Anche sulle nomine. Il Pd ha più volte bocciato il nome di Titta Meucci come Difensore Civico e di Gabriele Toccafondi come assessore a Palazzo Vecchio.

 

 

Questa mattina il sindaco Dario Nardella ha smentito di aver posto veti di alcun genere. “La realtà è che vorrebbero i nostri voti, ma non le nostre idee. Al contrario vorrebbero scegliere i nostri candidati – racconta un dirigente del Terzo Polo – Il Pd ci teme, sa che in alcune zone (Milano e Firenze nello specifico), in un paio di anni, possiamo diventare il primo partito. Pretendiamo maggiore rispetto. E, in ogni caso, se il Pd si allea con i Grillini non potrà mai allearsi con noi. I Grillini sono antitetici a noi, alla nostra politica, alla visione del futuro del Paese”.

 

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