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Rai, scatta la rivoluzione: chi va al Tg1. La sinistra conserva "l'ultimo fortino"

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Rivoluzione alla Rai. La nomina del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano a ministro della Cultura fa scattare il risiko dell'informazione del servizio pubblico. La prima tessera del domino a muoversi, a cui seguiranno tutte le altre, è quella della direzione del telegiornale della seconda rete che sarà decisa entro i prossimi sette giorni o poco più. "È il tempo che Fratelli d'Italia ha dato all'amministratore delegato Carlo Fuortes", scrive Repubblica in un retroscena secondo cui l'interim, affidato al vice Carlo Pilieci, potrebbe  durare tre mesi. Intanto si pensa al Tg1 dove è dato per favorito Nicola Rao o il numero 1 di Rainews Paolo Petrecca. 

 

Al momento "FdI è fuori sia dal Cda sia dalle posizioni apicali di Viale Mazzini. Quasi tutte occupate dall'ex maggioranza d'unità nazionale" ricorda il quotidiano secondo cui l'assetto attuale "non può durare a lungo". Ma la premier Giorgia Meloni vuole evitare strappi. Tanto meno con l'ad Carlo Fuortes. "Nessun avviso di sfratto verrà notificato al capo azienda: sarà lui a fare un passo indietro, se vorrà. Tutt'al più gli verrà affiancato un direttore generale nella persona di Giampaolo Rossi".

 

In ogni caso, in Rai sarà rivoluzione. Si diceva Rao al Tg1 "ma solo se Monica Maggioni otterrà o un programma d'approfondimento in prima serata". Bruno Vespa, in fase di rinnovo di contratto per due anni, ha però tre seconde serate a settimana. Per Maggioni spunta anche l'ufficio di corrispondenza di New York. In caso, al Tg2 andrebbe ad Angela Mariella da Isoradio, dove approderebbe Giuseppe Carboni. Al Tg3 Mario Orfeo "resterebbe a presidio dell'ultimo fortino della sinistra". Dietro l'angolo anche la partita dei Generi. A febbraio Antonio Di Bella andrà in pensione e all'Approfondimento giornalistico andrà il vice Paolo Corsini, mentre al Day Time "scalda i motori Angelo Mellone, che subentrerebbe a Simona Sala". 

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