
Sorpresina per Giorgia Meloni: a Palazzo Chigi troverà il compagno Fassina

Mentre arriva la premier più a destra della storia, la presidenza del Consiglio assume il comunista contiano
Giorgia Meloni entrerà a Palazzo Chigi più o meno contemporaneamente a Stefano Fassina. Sembra un paradosso, eppure è così: mentre nella sede governativa sta per accomodarsi la premier più a destra della storia, nello staff della presidenza del Consiglio si accomoda il "compagno" Fassina.
Polveriera Pd: la clamorosa ipotesi di scioglimento. Resa dei conti e scelte drastiche
Lo svela Libero, raccontando della procedura vinta dall'ex Pd non ricandidatosi alle ultime elezioni: a settembre ha deciso di "partecipare alla «procedura di interpello per l'affidamento dell'incarico dirigenziale di livello generale nell'ambito dell'ufficio di controllo interno, trasparenza e integrità» della presidenza del Consiglio dei ministri, e toh, ha vinto."
"Il piano di Berlusconi e Salvini". L'ultima sparata di Calenda sul governo Meloni
Tra i requisiti richiesti dal bando. l'«esperienza nel raccordo tra i livelli di governo in materia di interventi economici e strategici». C'era poi «l'esperienza nei rapporti istituzionali e nella rappresentanza in comitati, commissioni e gruppi di lavoro», Insomma, tutte caratteristiche che per un ex parlamentare con esperienze di sottogoverno annesse non rappresentavano certo un problema.
I sindacati già sbraitano contro il governo e provano a sminuire il trionfo di Meloni
Ora andrà verificato il rapporto con la futura premier. I due, peraltro, si conoscono bene, essendo stati contemporaneamente anche consiglieri a Roma Capitale. E Fassina, dal canto suo, è abituato a non godere di particolare stima da parte dei presidenti del Consiglio. Da questo punto di vista sono indimenticabili il "silenziare Fassina" proferito da Mario Monti all'epoca del governo tecnico e il "Fassina chi?" sibilato da Matteo Renzi. Arriveranno siluri anche da Meloni?
***
In data 18 ottobre 2022 riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione
Caro Direttore, in merito all’articolo “Sorpresina per Giorgia Meloni: alla Presidenza del Consiglio troverà il compagno Fassina”, vorrei precisare quanto segue: a differenza di quanto riportato nell’articolo, né prima né dopo la conclusione dell’ultima legislatura ho partecipato a concorsi per posti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM). Semplicemente, ritorno alla PCM, dopo l’aspettativa riconosciuta dalla legge a seguito dell’elezione alla Camera dei Deputati nella XVII e XVIII legislatura. La posizione di dirigente alla PCM è frutto di un concorso vinto oltre 20 anni fa. Ricordo a chi ha poca familiarità con il lessico dell’amministrazione pubblica che, per “incarico”, si intende l’attività da svolgere per chi è già dentro la pubblica amministrazione. L’incarico, per chi ricopre ruoli dirigenziali, è dovuto per legge e si ottiene attraverso la procedura di interpello. Sottolineo che non avrò alcuna possibilità di interagire con il livello politico della PCM o di altre amministrazioni dato che, giustamente alla luce del il mio percorso politico ed istituzionale, non sono in una Direzione di policy, ma sono collocato all’Ufficio per il controllo interno e sono senza responsabilità decisionali. In sintesi, il mio è un percorso completamente ed esclusivamente amministrativo, originato da concorso vinto in tempi lontanissimi. All’on Giorgia Meloni formulo i migliori auguri di buon lavoro. Grazie.
Un cordiale saluto,
Stefano Fassina
Dai blog

Tare saluta la Lazio


Il Codacons scende in campo per lo scudetto 1915 alla Lazio


Campionato fantastico della Lazio, ora i rinforzi
