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Governo, scoppia il caso degli appunti di Berlusconi. L'affondo di Meloni: "Non sono ricattabile"

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Le prime due caselle, quelle delle presidenze di Senato e Camera, riempite secondo i tempi prestabiliti, ma non senza pesanti strascichi all'interno della coalizione. È scontro aperto tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. La presidente di Fdi, che punta a chiudere il prima possibile la squadra di governo, si trova a dover fare i conti con un alleato, il Cav, che non ci sta a farsi imporre la linea dalla premier in pectore. E il mancato sostegno di Forza Italia al momento del voto per Ignazio La Russa a Palazzo Madama è direttamente collegato a questi attriti, e conseguenza anche del veto di Meloni sulla presenza nell'esecutivo della fedelissima del Cav, Licia Ronzulli.

A far salire la tensione alle stelle c'è poi soprattutto l'appunto - catturato dagli obiettivi dei fotografi - che Berlusconi sfogliava ieri mentre era seduto nell'aula di palazzo Madama. Un foglio su carta intestata 'Villa S. Martino' su cui compare un elenco non esattamente lusinghiero riferito al "comportamento" di Meloni: "1. supponente 2. prepotente 3. arrogante 4. offensivo".

Lista corredata da una postilla finale: "Nessuna disponibilità al cambiamento. È una con cui non si può andare d'accordo". Parole che Meloni, lasciando la Camera a sera assieme alla figlia Ginevra, commenta duramente senza troppi giri di parole: "Mi pare mancasse un punto tra quelli elencati da Berlusconi, che non sono ricattabile".

Insomma, un chiarimento tra i due leader invocato nel centrodestra da più fronti non sembra al momento a portata di mano. Eppure, senza una tregua c'è il serio rischio che il quadro si complichi non poco e che il nuovo governo parta col piede sbagliato. Lo sa bene La Russa, che non a caso 'consiglia' al Cav di "dichiarare quello di cui io sono quasi certo, che quella foto è un fake. Però deve dichiararlo lui, non lo posso dire io". Messaggio che fa il paio con quello social di Andrea Delmastro, deputato e responsabile Giustizia di Fratelli d'Italia: "Sarebbe criminale alimentare frizioni nel centrodestra. Dobbiamo indicare velocemente la lista dei ministri per iniziare a lavorare tempestivamente per l'Italia".

L'impressione è che, nonostante tutto, Meloni continuerà ad andare per la sua strada. Seguendo una tabella di marcia che, secondo quanto filtra, potrebbe portarla a salire al Colle già il 21 pomeriggio. Le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrebbero iniziare il 20 ottobre.

L'incarico alla leader di Fdi potrebbe quindi essere affidato il giorno successivo e lo scioglimento della riserva da parte del premier incaricato - qualora Meloni volesse rispettare la prassi - potrebbe arrivare nella giornata del 23 o 24 ottobre, tenendo presente che domenica 23 Mattarella è impegnato con l'omologo francese, Emmanuel Macron, alla conferenza per la pace della Comunità di Sant'Egidio. Un timing che si va delineando, dunque, e che si completerebbe con il giuramento (25-26 ottobre) e la prova per il nuovo esecutivo della fiducia del Parlamento. In tutto una decina di giorni da sfruttare per provare a ricucire con Berlusconi e completare il puzzle della squadra di governo.

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