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Dopo dodici giorni il Parlamento ancora non c'è, ecco il motivo della lunga attesa

Dario Martini
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Il meccanismo infernale della legge elettorale, il famoso Rosatellum, per cui è complicatissimo districarsi nella ripartizione dei seggi, fa sì che non sia stata ancora pubblicata la lista definitiva dei nuovi 600 parlamentari, quando mancano solo sei giorni alle prime sedute di Camera e Senato. Una situazione paradossale mentre impazza il totoministri ed è sempre più urgente un provvedimento contro il caro bollette. Gli eletti attendono la bollinatura ufficiale della Corte di Cassazione. Dovrebbe arrivare oggi, o al massimo domani. Per questo motivo, chi in questi giorni si è collegato al sito Eligendo del Viminale non ha trovato l’elenco completo dei nuovi deputati e senatori. Un fatto paradossale, se pensiamo che le elezioni si sono tenute dodici giorni fa.

 

 

 


Come spiega Maurizio Gasparri, eletto con Forza Italia al Senato e presidente uscente della Giunta delle elezioni di Palazzo Madama, "questa legge elettorale porta con sé delle evidenti difficoltà a causa dell’effetto flipper", quel sistema per cui fino all’ultimo momento possono saltare candidati convinti di avercela fatta e ne possono subentrare altri che credevano di restare fuori, scatenando un effetto a catena in tutta Italia. Ciò accade per come funziona la legge elettorale nei collegi plurinominali, attraverso il sistema proporzionale che assegna due terzi dei seggi totali. Infatti, non sempre c’è piena corrispondenza tra il numero di seggi conquistati dalle liste a livello locale, nei collegi plurinominali appunto, e il riparto dei seggi su base nazionale. Può capitare che, in fase di ripartizione, sia necessario fare degli aggiustamenti. Senza entrare troppo nel tecnico, la legge prevede che il seggio venga sottratto al partito nella circoscrizione dove ha preso il minor numero di voti (il "quoziente" più basso) e venga assegnato al partito che ha preso il più alto numero di preferenze senza però riuscire a far scattare il seggio (il "resto" più alto). Un meccanismo complicatissimo di facile comprensione solo per chi ha un Nobel in matematica. Gasparri racconta a Il Tempo che solo ieri mattina ha ricevuto il verbale della Corte di appello che certifica la sua elezione al Senato, "mentre in altre regioni d’Italia, in Puglia ad esempio, ci sono ancora ritardi".

 

 

 

Parla di legge elettorale "mefistofelica", invece, Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, già certo dell’elezione avendo vinto nell’uninominale a Milano. Il suo partito, però, è rimasto fuori dalla ripartizione dei seggi plurinominali, non avendo superato lo sbarramento del 3%. "Stiamo aspettando il riconteggio per conoscere i dati definitivi. Ci sono centinaia di migliaia di schede nulle, circa 800mila. E noi siamo rimasti fuori dal Senato per un piccolissimo 0,05%". Della Vedova spiega cosa avviene in queste ore: "Le Corti d’appello prendono i verbali delle singole sezioni e valutano la congruità tra le tabelle di sintesi e quelle ufficiali, poi inviano tutto all’ufficio centrale della corte di Cassazione, che dopo un’ulteriore verifica mette il timbro finale e rimanda tutto agli uffici circoscrizionali per la proclamazione degli eletti". "Mi auto-denuncio - dice ironicamente il segretario di +Europa - perché il Rosatellum passò con la fiducia, e io lo votai. Solo dopo mi sono accorto di quanta incertezza sia in grado di produrre. È il 6 ottobre e il Viminale pubblica ancora dati incompleti".
Al momento, l’unica certezza è la scelta del 13 ottobre per la prima seduta dei due rami del Parlamento. La campanella suonerà alle 10 alla Camera e alle 10,30 al Senato. La legge prevede che le assemblee vengano convocate entro venti giorni dal giorno dell’elezione. In questo caso, quindi, avviene dopo diciotto giorni. La data è stata fissata dal presidente della Repubblica contestualmente allo scioglimento delle Camere. L’accoglienza dei neo eletti scatterà prima. A Montecitorio già da lunedì.<ET>I deputati dovranno espletare una serie di adempimenti burocratici, dall’acquisizione della fotografia alla firma autografa.<ET>Ma anche la registrazione dei dati anagrafici, il rilascio del tesserino e l’attivazione dei servizi informatici. Ai deputati saranno richiesti pure un documento d’identità, il codice fiscale e l’atto di proclamazione.
La presidenza provvisoria dell’Aula spetta ad Ettore Rosato di Italia Viva, in quanto deputato più anziano tra gli ex vicepresidenti. A Palazzo Madama toccherà, salvo sorprese, alla senatrice a vita Liliana Segre, membro più anziano dell’Aula dopo Giorgio Napolitano, impossibilitato a partecipare per problemi di salute.
 

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