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Primo giorno del Senato, ipotesi Silvio Berlusconi presidente

Dario Martini
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Quando i nuovi senatori, usciti dal verdetto delle urne, entreranno nell'emiciclo di Palazzo Madama, potrebbero trovare Silvio Berlusconi seduto sul seggio più importante dell'aula. Non è un'ipotesi peregrina, ma molto concreta. Il leader di Forza Italia, infatti, potrebbe essere chiamato ad assumere la presidenza provvisoria in base al criterio dell'anzianità. Il 23 marzo 2018, prima seduta della XVIII legislatura, quel ruolo fu affidato a Giorgio Napolitano, in quanto, appunto, senatore più anziano. Il giorno seguente fu eletta presidente Maria Elisabetta Casellati. La prima seduta della nuova legislatura, quella che uscirà dalle urne del 25 settembre, dovrebbe tenersi il 13 ottobre.

 

Anche stavolta, a rigor di regolamento, il presidente temporaneo dovrebbe essere Napolitano. Ipotesi da escludere, in quanto l'ex presidente della Repubblica per motivi di salute è lontano dall'aula da quasi quattro anni. Il secondo in lista, in base all'età, è il premio Nobel Carlo Rubbia. Anche lui, però, è quasi sempre assente. Più probabile che ad accettare possa essere un altro senatore a vita, Liliana Segre. Come spiega il manifesto, è già stata contattata dagli uffici per sondarne la disponibilità. Se non dovesse accettare, si passerebbe al più anziano tra gli eletti.

 

Ed ecco che, a sorpresa, toccherebbe proprio a Berlusconi, che il 29 settembre, cinque giorni dopo il voto, spegnerà la sua ottantaseiesima candelina. Il suo sarebbe un ritorno trionfale, direttamente sul seggio più alto di Palazzo Madama. Il leader di Forza Italia manca dal Senato dal 2013, quando lo fecero decadere per la legge Severino. Il Cav allora parlò di «giorno amaro e di lutto per la democrazia».

 

Oggi è pronto a rientrare dalla porta principale. È candidato nell'uninominale a Monza, oltre ad altri collegi plurinominali. Un mese fa si è parlato della possibilità che, in caso di vittoria alle elezioni, gli alleati gli propongano proprio la presidenza del Senato. In un'intervista al Corriere della Sera, ha ringraziato, declinando l'offerta. Ma ha aggiunto: «Naturalmente chi ha voluto indicarmi per la seconda carica dello Stato ha compiuto un atto di riguardo e di amicizia nei miei confronti che apprezzo particolarmente». Chissà, però, se un pensiero a presiedere l'aula per un paio di giorni lo sta facendo comunque.

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