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Silvio Berlusconi: subito flat tax al 23 per cento. Gas russo, tutto è partito con il governo Letta

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Silvio Berlusconi presenta la sua "rivoluzione copernicana" see il centrodestra vincerà le elezioni del 25 settembre. In una intervista al Corriere della sera il leader di Forza Italia propone "la flat tax al 23%. È la rivoluzione copernicana non solo del fisco, ma del rapporto fra Stato e cittadino. E come insegna l'esperienza di altri Paesi un serio taglio alle tasse - lo fecero in America prima Kennedy e poi Reagan - crea benessere per tutti, riduce l'evasione e migliora le finanze pubbliche", dice Berlusconi. 

 

Nella coalizione a godere dei sondaggi migliori è Giorgia Meloni. Prova "gelosia politica", chiede l’intervistatore. "Lei crede davvero che una persona con la mia biografia professionale e politica potrebbe provare gelosia verso qualcuno?" è la replica del Cav che rimarca il ruolo del suo partito negli equilibri della coalizione: "Il centrodestra vincerà perché Forza Italia ne fa parte. Senza di noi non vi sarebbe centrodestra, vi sarebbe una destra democratica, come c'è in altri Paesi, che raccoglierebbe un numero importante di voti, ma insufficiente a governare. Noi siamo i garanti del profilo liberale, cristiano, garantista, europeista, atlantico del futuro governo. Siamo il centro, quello vero, quello del Partito popolare europeo che orgogliosamente rappresentiamo in Italia".

 

Sull'emergenza dei prezzi dell'energia, Berlusconi si dice favorevole ai rigassificatori e ai termovalorizzatori, ma anche a dare impulso alle energie rinnovabili e a rilanciare la ricerca sul nucleare pulito. "Tutte cose che la sinistra ha bloccato", dice Berlusconi che respinge la versione in base alla quale la dipendenza dal gas di Vladimir Putin è iniziata con i suoi governi. "I dati dicono l'opposto, con la sinistra la dipendenza dal gas russo è più che raddoppiata. Storicamente, la percentuale del gas importato dalla Russia era il 30/35% del totale delle importazioni italiane. Con il mio ultimo governo, all'inizio del 2011, avevamo ridotto la quota del gas russo al 19,9%. Tre anni dopo, all'inizio del 2014", con il governo di Enrico Letta "la dipendenza dalla Russia era salita al 45,3%: più del doppio". Con il governo di Giuseppe Conte "nel 2019 ha raggiunto il livello record del 47,1%. Per quanto riguarda il rapporto con Putin, ho fatto quanto potevo, in pieno accordo con i nostri alleati, per ricondurre la Russia ad un rapporto positivo con l'Occidente. Sarebbe stato nell'interesse di tutti. A Pratica di Mare, nel 2002, quando ottenni da Bush e Putin la firma sull'accordo Nato-Russia, pensavo che la strada fosse tracciata. Purtroppo non è andata così", afferma il Cav.

 

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