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Alessandro Di Battista inchioda il "Pd indecente". Chi non candiderebbe oggi, siluro a Enrico Letta

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La mossa di comunicazione di lanciare come capilista un gruppo di candidati under 35 alle elezioni politiche del 25 settembre si è presto ritorta contro al segretario del Pd Enrico Letta. È bastato andare a leggere i vecchi posti di molto di loro per trovare posizioni estreme e inaccettabili, tra quello che difendeva l'Unione sovietica e varie posizioni anti-Israele. A fatene le spese alla fine è stato solo Raffaele La Regina, che ha rinunciato alla candidatura dopo che era venuto alla luce un post proprio contro lo Stato ebraico. Un ennesimo autogol per il Pd, sottolinea l'ex M5s Alessandro Di Battista, che ha pubblicato sui sociale un vecchio discorso del presidente Sandro Pertini. "La vicenda del candidato del PD fatto fuori per aver criticato il governo israeliano è raccapricciante. Il PD di oggi non candiderebbe neppure Pertini. Pertini verrebbe considerato un facinoroso, un estremista. Mamma mia che partito indecente!", scrive Dibba. 

 

Cosa diceva il "presidente partigiano"?. "Una volta furono gli ebrei a conoscere la diaspora. Vennero dispersi, cacciati dal Medio Oriente, dispersi per il mondo. Adesso sono, invece, i palestinesi. Ebbene, io affermo ancora una volta che i palestinesi hanno diritto sacrosanto ad una patria e a una terra come l’hanno avuta gli ebrei, gli israeliti”, le parole del presidente nel discorso alla nazione del 31 dicembre del 1983.

 

"Se Pertini, nel 1983, avesse avuto uno dei comunicatori di oggi, questi, probabilmente, gli avrebbe suggerito: 'Presidente, non parli dei diritti dei palestinesi, ci attaccherebbero i giornali di Destra. Le daranno dell’antisemita, l’Ambasciatore israeliano lascerà il Paese. Chi glielo fa fare. Presidente, faccia un generico richiamo alla pace in Medio Oriente così nessuno se la prenderà. Presidente, non prenda posizione, non si schieri, avrà solo problemi' - scrive Di Battista - Mi immagino i principali collaboratori del Capo dello Stato convocare d’urgenza il sondaggista di fiducia".

 

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