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Elezioni 2022: liste Pd, candidato anche il virologo Andrea Crisanti. Cottarelli capolista a Milano

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Una direzione sofferta quella del Pd che nella notte ha varato le liste con i candidati. La votazione della relativa delibera ha fatto registrare 3 contrari e 5 astenuti. Al voto non ha partecipato Base riformista, la corrente guidata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e dall’ex ministro Luca Lotti; quest’ultimo, peraltro, è rimasto escluso dalle liste al termine di un durissimo braccio di ferro.

 

Il risultato di una direzione slittata per tre volte proprio a causa delle tensioni interne (avrebbe dovuto tenersi alle 11, poi alle 20 e poi alle 20.30 ma Letta si è palesato solo alle 23) ha decretato che il segretario sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto mentre l’economista Carlo Cottarelli a Milano e il virologo Andrea Crisanti nella circoscrizione Europa. Quattro under 35 capolista: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino. Sottolineato dalle fonti dem il rispetto della parità di genere nelle liste.

 

A Bari, collegio uninominale per la Camera, correrà la scienziata Luisa Torsi. Per il Senato, al proporzionale in Puglia correranno Francesco Boccia, Valeria Valente e Antonio Misiani. Eppure, proprio relativamente alla Puglia si registra il Tweet polemico del senatore Dario Stefano, che due giorni fa ha annunciato che lascerà il partito colpevole, a suo dire, di aver «sacrificata l’agenda Draghi per un indistinto programma generalista». Per Stefano, «La volontà di #Letta e #Boccia di ’trasformare questo partito tradizionalmente maschilista in un partito femminista che dia spazio alle donnè si è arenata con la sostituzione capigruppo #PD Camera e senato nel 2021. In #Puglia, nessuna #donna capolista. Nessuna vergogna?».

 

Tra coloro che non compariranno tra le liste elettorali anche la senatrice Monica Cirinnà, che ha rifiutato la candidatura: «Mi hanno proposto - spiega al Corriere della Sera - un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori».  «Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti. Impossibile per il taglio dei parlamentari ma anche per esigenza di rinnovamento» avrebbe detto Letta nel corso della direzione, stando alle fonti dem. «Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni. Mi è pesato tantissimo. Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo. Io ho cercato di comporre un equilibrio».

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