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Il centrodestra prepara la rivoluzione delle tasse: flat tax, pace fiscale e rottamazione delle cartelle

Daniele Di Mario
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Il centrodestra lavora alla rivoluzione fiscale. Il programma della coalizione sta prendendo forma e un capitolo fondamentale è proprio quello riservato alla riforma del fisco. Niente nuove tasse è il mantra dei partiti - senza fare promesse irrealizzabili.
Un punto fondamentale è quello che riguarda la flat tax al 15%, che - assicura Matteo Salvini - «vogliamo estendere anche ai dipendenti. Ci possiamo riuscire in 5 anni. Ci sono già persone che la pagano e sono le partite Iva».

 

Ricordando che «a sinistra propongono più tasse», il segretario della Lega rimarca: «Il centrodestra ne propone di meno». Il leader del Carroccio ricorda tra le priorità anche la pace fiscale, con «la rottamazione delle cartelle di Equitalia e interventi diretti per aiutare gli italiani a pagare le bollette di luce e gas».

 

Un'altra idea della Lega è poi quella di «detassare straordinari, premi e aumenti di stipendio ai dipendenti». Si tratta di una proposta «immediata, facilmente realizzabile, sostenibile e in nome del realismo e della concretezza. In attesa di realizzare pace fiscale, flat tax e quota 41 - spiega Salvini- sarebbe un provvedimento ragionevole, sollecitato da imprenditori di tutti i settori che vogliono mettere soldi netti in busta paga ai dipendenti per fronteggiare inflazione e maggior costo della vita».
Quanto al programma (il tavolo si riunirà oggi), sarà pronto «entro questa settimana», assicura il leader leghista: «Io l'ho letto, è sostanzialmente pronto al 99%, tranne qualche limatura. Quello che interessa a me e a milioni di italiani c'è: la pace fiscale, la rottamazione delle cartelle esattoriali, l'estensione della flat tax. Sul tema sicurezza e immigrazione non c'è niente da inventare, ci sono i decreti Sicurezza cancellati dalla sinistra che potrebbero essere riapprovati domattina e che hanno dimostrato di essere assolutamente efficaci». «C'è poi il tema dell'autonomia su cui Pd e 5 stelle ci hanno fatto perdere quattro anni e su cui chiediamo l'impegno di tutti», ribadisce Salvini.

 

Di tasse e programma parla anche Silvio Berlusconi. Il presidente di Forza Italia assicura: «Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha già annunciato di voler introdurre una patrimoniale sui nostri risparmi e un'imposta sulle successioni.

Noi, al contrario, non approveremo mai, in modo assoluto, un'imposta patrimoniale sulla casa, un'imposta patrimoniale sui risparmi, un'imposta sulle successioni e sulle donazioni. Il denaro guadagnato onestamente e già pesantemente tassato, deve rimanere nostro per i nostri figli e i nostri nipoti». Quanto alla flat tax, FI è d'accordo con la Lega, anche se il Cav la propone al 23% anziché al 15. «Quando saremo al governo - dice applicheremo una flat tax al 23%, per tutti, famiglie e imprese, per alleggerire l'oppressione fiscale, per combattere davvero l'evasione, per aumentare le entrate dello Stato». L'obiettivo è «far ripartire consumi e investimenti». «I nostri sono progetti del tutto realistici - assicura Berlusconi - Si finanziano con tagli alle spese perfettamente realizzabili, con il recupero di evasione ed elusione grazie alla flat tax, che darà una forte spinta dell'economia e farà emergere l'economia sommersa aumentando, di molto, le entrate dello Stato, come è successo nei 57 Paesi che l'hanno adottata».

 

Contro la flat tax si scaglia però il Pd e in particolare Nicola Zingaretti. Secondo il governatore del Lazio «aumenta le ingiustizie sociali, rende meno progressivo il fisco e penalizza chi ha meno. Per finanziarla bisognerà tagliare i servizi pubblici. I principali? La sanità, la scuola e l'università. C'è un altro modo di pensare all'Italia». La replica arriva a stretto giro. «Secondo Zingaretti, la flat tax crea ingiustizie. Fa sorridere che a dirlo sia il presidente della Regione con l'Irpef più alta d'Italia», twitta Claudio Durigon, deputato e coordinatore regionale della Lega Lazio.

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