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Controcorrente, "si è fatto esplodere e poi..." Alessandro Giuli inchioda Calenda, come reagisce Della Vedova

Valentina Bertoli
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Dopo trattative, fermento e incertezze, lo strappo a sinistra tra Carlo Calenda ed Enrico Letta ha mandato in tilt un equilibrio molto precario. Ripensamento tardivo o alchimia fallita? Presto le coalizioni dovranno presentare simboli e programmi. Anche se non c’è spazio per inutili risentimenti, la partita sembra ancora tutta da giocare. A ‘Controcorrente’ il dibattito sulla travagliata campagna elettorale scalda lo studio. Ad intervenire a colpi di fioretto sono Benedetto Della Vedova e Alessandro Giuli. I due fanno pelo e contropelo a Calenda: “Si è fatto esplodere e ne è uscito vivo”.

 

L’estate più rovente di sempre mette a dura prova gli italiani e le temperature faticosamente tollerabili non sono l’unica causa. Ore caotiche per la politica: il dietrofront di Carlo Calenda ha lasciato senza certezze il segretario del Pd Enrico Letta. A ‘Controcorrente’, programma di approfondimento giornalistico di Rete 4, grande spazio viene concesso alla campagna elettorale. In collegamento con la conduttrice Veronica Gentili intervengono sul tema Alessandro Giuli, giornalista de Il foglio, e Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa. Inizialmente i toni di Della Vedova sono stati pacati: “Noi abbiamo sottoscritto il patto elettorale con Letta meno di una settimana fa. Sapevamo e avevamo posto delle condizioni importanti. Volevamo evitare di dare vantaggio al centrodestra. Il patto non è cambiato. Era un patto impegnativo, ma le condizioni non sono cambiate. Io trovo incomprensibile la mossa di Calenda. Smarcarsi da un accordo politicamente motivato è incomprensibile”.

 

Le parole del segretario di +Europa hanno attirato subito l’attenzione dell’editorialista Giuli, che ha risposto senza mezzi termini: “Non è importante quello che è successo, ma quello che non è successo. Della Vedova si ritrova alleato di Fratoianni e Bonelli e non lega Calenda, mi stupisce”. Poi ci va giù pesante sul divorzio tra il segretario del Pd e il leader di Azione: “Calenda è entrato nel Nazareno, si è fatto esplodere e ne è uscito vivo. Un capolavoro assoluto”. Della Vedova ha ribattuto: “Giuli sa bene come sono andate le cose. Credo che ci sia un errore di metodo. L’accordo prevedeva che la campagna elettorale avesse due front runner: Letta e Calenda”. Il giornalista ha pizzicato il suo interlocutore con sarcasmo: “L’accordo non trasformava Fratoianni in Einaudi e Bonelli in Enrico Mattei”.

 

Il segretario di +Europa è stato diretto: “Fino a qui ci arrivo anche io. Se fossimo in Germania, correrei con i liberali. Purtroppo abbiamo una legge elettorale assurda. Correre da soli significa favorire Giorgia Meloni”. Il programma proposto dal centrodestra, che proprio in questi giorni viene limato dalle forze in corsa, è stato definito incoerente poiché solo apparentemente europeista. Giuli è stato chiaro: “Il patriottismo repubblicano invocato da Calenda si dovrebbe proiettare su scala europea. In attesa della revisione del patto di stabilità, è naturale che anche la destra si ponga il problema di concedere qualcosa all’Europa”. 

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