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Terremoto nel M5S. Fico, Taverna, Crimi e Bonafede: tutti i nomi dei big fatti fuori

Christian Campigli
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Era nell'aria. E potrebbe portare ad un autentico terremoto. In grado di dimezzare ulteriormente la forza politica, ancora oggi, più rappresentata in Parlamento. Secondo un'indiscrezione raccolta dall'agenzia di stampa AdnKronos, non ci sarà nessuna deroga alla regola del tetto dei due mandati nel Movimento 5 Stelle. La decisione è stata già comunicata dal leader del movimento Giuseppe Conte ai 'veterani' del M5S. Saltano, dunque, nomi storici del movimento. Tra questi, Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, artefice dell'approdo di Conte nel movimento. La notizia verrà ufficializzata con una nota che sarà diramata nelle prossime ore.

 

 

Al di là delle parole di circostanza, si tratta di una scelta che rischia di creare un'ulteriore scissione all'interno dei Grillini. Non è da escludere che una parte consistente dei veterani possa accasarsi con Di Maio. Oppure cercare fortuna chi nella Lega, chi nel Partito Democratico. L'integralismo talebano imposto da Beppe Grillo, e contro il quale si è per settimane scontrato Giuseppe Conte, impedisce al Movimento di ricandidare figure che, all'interno dell'universo dei Cinque Stelle, hanno recitato ruoli di assoluto rilievo. Anche a livello istituzionale. Basti pensare all’ex ministro della giustizia Alfonso Bonafede, al ministro per le politiche giovanili Fabiana Dadone, al ministro per i rapporti Federico D’Incà, alla vice presidente della Camera, Maria Edera Spadoni, al sottosegretario alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri e all'ex ministro della salute Giulia Grillo.

 

 

Salterebbero anche il presidente della Camera, Roberto Fico, il presidente della commissione industria Gianni Girotto, l'ideatrice del reddito di cittadinanza, Nunzia Catalfo, per altro anche ex ministro del Lavoro, e infine Riccardo Fraccaro, il politico che, più di ogni altro, ha voluto il Superbonus. I prossimi giorni saranno decisivi per capire il futuro stesso dei Grillini, la capacità di leadership di Giuseppe Conte e la scelta relativa al ritorno del figliol prodigo, il Che Guevara di Roma Nord, Alessandro Di Battista. 

 

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