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Elezioni politiche 2022, perché Renzi corre da solo. Cosa c'è dietro la vendetta di Enrico Letta

Christian Campigli
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Con le spalle al muro. Consapevole di essere di fronte alla sua più importante, ma anche più difficile battaglia. Quella della sopravvivenza politica. La scelta di Matteo Renzi, sbandierata ai quattro venti, di presentarsi da solo sottintende una serie di dinamiche particolarmente interessanti.

Va subito detto che le trattative, in realtà, sono ancora in corso. E non si può escludere, a priori, un colpo di scena che collochi, alla fine, Italia Viva nell'enorme fritto misto del centrosinistra. Che potrebbe andare da Di Maio a Calenda, da Brunetta a Bersani. Il nativo di Rignano, in un'intervista rilasciata al Tg5, ha ribadito di esser pronto ad andare da solo per difendere il programma di governo. "Cambieremo idea se qualcuno accetta le nostre idee, se non le accettano noi abbiamo coraggio, libertà e fantasia per andare da soli”. Impossibile non sottolineare come il mancato accordo col PD assomigli tanto ad una porta chiusa in faccia. Una sorta di vendetta di Enrico Letta, l'uomo che venne defenestrato dall'ex sindaco di Firenze nel lontano 2014, quando era Presidente del Consiglio. L'ormai mitologico "Enrico stai sereno" non è mai stato digerito dal segretario pisano. Che ora si gusterebbe così la sua personalissima vendetta. L'idea di bussare alla porta di Berlusconi è tramontata in un amen: il creatore di Mediaset è convinto che, dopo la pressoché certa vittoria del centrodestra alle elezioni di settembre, Mattarella si dimetterà. E che lui, il Silvio nazionale, potrà, con i voti dei conservatori, salire al Quirinale.

 

 

 

 

Il paradosso è che, se da una parte Renzi gioca una roulette russa (i sondaggi lo danno al 2,8% e quindi, sostanzialmente, fuori dal Parlamento), dall'altro andare da solo gli consentirebbe di aver le mani libere, di poter bastonare oggi la destra e domani la sinistra, il lunedì gli antieuropeisti, il giorno seguente la magistratura. Prese di posizione nette, taglienti, che gli regalerebbe costantemente la prima pagina. Renzi, con tutti i suoi limiti caratteriali, è un leader naturale. Che muore se pedala nel gruppo, si esalta se viene messo al muro.

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