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Elezioni politiche 2022, “numeri drammatici”. Il sondaggio interno del centrosinistra è traumatico

Luca De Lellis
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Trema il centrosinistra capitanato dal Partito Democratico. Secondo alcune proiezioni che negli ultimi giorni si muovono tra la sede del partito di Enrico Letta e le segreterie dei movimenti alleati (Sinistra Italiana, Articolo Uno, i Verdi, nonché le “forze” di Carlo Calenda e Matteo Renzi), la situazione del listone del Pd è drammatica. Infatti, escludendo eventuali alleanze con Azione e M5S, la coalizione unita del centrodestra (FdI, Lega e Berlusconi) raggiungerebbe abbondantemente la maggioranza assoluta: addirittura il 56-57%. Uno scenario apocalittico per il leader del Nazareno, che se vuole provare a ostacolare la scalata di Meloni&Co deve giocarsi al meglio le proprie chance e scegliere con rapidità e accuratezza le prossime mosse della propria campagna elettorale.

 

 

Rappresentando il panorama appena descritto attraverso freddi (ma necessari) numeri, il listone di Enrico Letta – senza presentarsi con Calenda e i grillini - potrebbe conquistare tra i 19 e i 21 collegi dei 147 disponibili alla Camera, e 11 su 74 al Senato. Ne consegue che il centrodestra può pensare anche di raggiungere l'85% dei seggi nell'uninominale. Ciò vuol dire che anche sommando questo bottino al 40% dei seggi della quota proporzionale - una cifra molto più bassa delle stime degli attuali sondaggi che vedono il centrodestra unito al 47% - la coalizione sovranista potrebbe arrivare a 225 deputati sui 400 totali. Ovvero una maggioranza pari al 56,25%.

 

 

Ma queste, appunto, sono solo stime. La campagna elettorale è solo all’inizio (anche se mancano soltanto 2 mesi alle elezioni) e tutto può ancora succedere. Inoltre, la probabile alleanza con Carlo Calenda, Emma Bonino e Benedetto Della Vedova (+Europa) potrebbe condurre a un deciso miglioramento per il Pd. Senza dubbio, dilaterebbe quantomeno la possibilità di competere dell'alleanza. Ad oggi, il traguardo primario e realisticamente raggiungibile sarebbe evitare che la destra ottenesse la maggioranza assoluta, o comunque consentirgli di oltrepassare la soglia dei 200 deputati solo di poche unità. E mentre nelle più grandi città del centro-Nord la battaglia è ancora aperta, la frattura imposta da Letta col M5S fa sì che al Sud l’esito appaia già scritto.

 

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