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Matteo Renzi, paragone a sorpresa: le molestie degli alpini? Faccia scandalo anche la vicenda del procuratore di Firenze

Christian Campigli
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Non molla di un centimetro. Determinato ad andare fino in fondo. Consapevole che o uscirà vincitore dalla battaglia che vide sconfitti prima Craxi e poi Berlusconi o, con ogni probabilità, la sua carriera politica volgerà verso un lento oblio. Matteo Renzi ha presentato questa mattina a Roma il suo ultimo libro, “Il Mostro”. Un saggio nel quale fa barba e capelli alla magistratura italiana, partendo dall'inchiesta sulla fondazione Open e sulle disavventure giudiziarie dei suoi genitori. Durante l'incontro con la stampa, il leader di Italia Viva si è avventurato in un parallelismo audace. “Ci si indigna per ciò che è accaduto con gli Alpini a Rimini, per le molestie contro le donne, che vanno condannate con decisione, e si finge di non vedere che un Procuratore Capo, a margine di una riunione palpeggia e molesta sessualmente una collega, con una sanzione di perdita di anzianità di due mesi. Poi il cittadino pensa che ci siano due pesi e due misure”.

 

Il riferimento, tutt'altro che velato, è all'ex Procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo. Secondo Renzi, l'atteggiamento della magistratura nei suoi confronti ha determinato anche un crollo del suo movimento nei sondaggi. “A noi hanno interrotto il cammino di crescita con l'inchiesta Open, una serie di coincidenze incredibili. Tra le altre, noi partiamo con Italia Viva, veniamo accreditati di 5-10 punti percentuali, in crescita.  Poi arriva Open, uno scandaloso processo politico alla politica. Era quello l'unico obiettivo, nel merito non c'entra niente, lo sanno anche loro, è un presunto reato. Lo scandalo Open sarebbero tre milioni di euro di finanziamenti privati, rendicontati, tracciati e bonificati. Vi sembra normale?”.

 

Dopo essersi avventurato in un pronostico (“si vota a maggio 2023”), il nativo di Rignano ha infine commentato la riforma Cartabia. “Non è dannosa ma è inutile, mentre la riforma Bonafede era dannosa. O eliminiamo l'appartenenza della corrente per fare carriera o la giustizia non cambierà mai”. Parole al fulmicotone, che incendieranno, nuovamente, una polemica infinita: quella tra magistratura e politica.

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