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Roberto Gualtieri contro tutti. Il termovalorizzatore fa capire che Roma ha finalmente un sindaco

Mario Benedetto
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Il sindaco c’è. La dichiarazione (d’intenti) di Roberto Gualtieri sul termovalorizzatore fa sentire la presenza di un sindaco, quello della capitale, e traccia la strada del lavoro per quelli che, in tutto il Paese, dovrebbero orientare l’azione amministrativa a garantire diritti e servizi essenziali ai cittadini. I rifiuti, a Roma, sono una questione annosa e purtroppo tuttora attuale. Le ragioni sono da rintracciare nell’impossibilità, o più severamente incapacità, di trovare soluzioni ma anche nell’opposizione che, oggi come allora, continua a contrastare soluzioni effettivamente utili. Veniamo così ai giorni nostri, alle prime reazioni che ha immediatamente incontrato la proposta, finalmente sensata, del Sindaco di Roma Capitale. Emblema di un atteggiamento che è alla base di molte questioni irrisolte, per Roma e per l’Italia tutta. Risposte ideologiche a soluzioni pratiche. Questo è il nodo da sciogliere per chiunque, da amministratore, si trovi a dover gestire attività economiche e sociali nella ormai nota e popolare fase di transizione verso uno sviluppo sostenibile.

 

 

Che suona tanto bene, ma non appena si concretizza in proposte come quella del termovalorizzatore romano diventa, spesso, una novità da osteggiare. Per poi vedere ripartire, in momenti successivi, la lamentela nei confronti della sporcizia e dell’incapacità di chi ci governa senza non accettare, inconsapevolmente o con dolo, che in certi casi alla base dei problemi delle nostre città ci sono i nostri comportamenti. Per carità, le varie responsabilità dell’amministrazione della capitale non hanno neppure bisogno di essere ricordate, da quelle storiche fino alle attuali. La promessa stessa del sindaco, sempre in tema di igiene urbana, di ripulire la città in sei mesi suonava in effetti, già in campagna elettorale, come piuttosto complessa in assenza si superpoteri cui attingere. Così come «Roma città dei 15 minuti», ottimo slogan e proposito ma ancora lontano, comprensibilmente, dal poter essere realizzato. Tenuto che oggi, in un quarto d’ora, in certe zona e in certe ore della giornata si riesce appena a uscire dalla via di casa. Ora che arriva dal primo cittadino una proposta intelligente, ecco innalzarsi le barricate. Particolarismi e questioni circoscritte che osteggiano soluzioni di pubblico interesse.

 

 

Il tutto mentre si parla dell’assoluta necessità di muovere verso l’economia verde, di favorire le rinnovabili anche e soprattutto alla luce della anelata indipendenza energetica che, con il nostro 20% dei consumi garantito da queste fonti in Italia, vede comunque ancora molta strada necessaria da percorrere, molti anni di cammino. Con questi chiari di luna, difficile fare veloci passi in avanti. Basta ideologie, basta steccati o reazioni difensive o conservative mentre al contempo ci si riempie la bocca con parole al miele nei confronti di città sostenibili e vivibili. Realizzarle significa non solo desiderare di farle, ma permettere di farle.

 

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