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La riforma del Csm approda alla Camera. Matteo Renzi resta contrario, a rischio la tenuta della maggioranza

Gianni Di Capua
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Dopo un faticoso e assai fragile accordo tra i partiti della maggioranza (ad eccezione di Italia Viva) oggi il testo della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura arriva in aula alla Camera per la discussione generale. Il partito di Matteo Renzi ha già fatto sapere nei giorni scorsi di non voler votare le modifiche proposte in commissione perché ritenute inutili. Per l'ex premier, infatti, le correzioni non toccano le correnti, ma «aggiungono solo un posto in tavola». La defezione di Italia Viva, tuttavia, non dovrebbe far mancare i numeri alla maggioranza.

 

Ma c'è fibrillazione anche e soprattutto tra le toghe che non sono affatto soddisfatte della riforma. Oggi alle 12.30 nella sede dell'Associazione nazionale magistrati (palazzo della Cassazione, a Roma), la Giunta esecutiva centrale dell'Anm organizza un incontro per spiegare le sue ragioni di «forte preoccupazione» riguardo i contenuti della riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm. Ecco come si dovrebbe trasformare il «sistema» dell'organo di autogoverno delle toghe, almeno in alcuni passaggi essenziali.

SISTEMA ELETTORALE
Binominale con quota proporzionale. Sorteggio dei distretti di Corte d'Appello per formare i collegi.

CANDIDATURE
Non sono previste le liste. Il sistema di basa su candidature individuali. Ciascun candidato presenta liberamente la sua candidatura individuale - anche nel suo distretto - (senza necessità di presentatori) a livello di collegio binominale. Sono necessari un minimo di 6 candidati in ogni collegio binominale, di cui almeno la metà del genere meno rappresentato. Se non arrivano candidature spontanee o non si garantisce la parità di genere si integra con il sorteggio per arrivare al minimo dei candidati previsti e il sorteggio è previsto anche per riequilibrare le candidature del genere meno rappresentato; Questo sistema introduce un fattore di imprevedibilità e rende più difficile fare spartizioni, soprattutto per i posti proporzionali.

 

STOP NOMINE A PACCHETTO
L'assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi, viene spiegato, si decide in base all'ordine cronologico delle scoperture per evitare le cosiddette nomine a pacchetto. Si valorizza molto la formazione, si prevedono corsi per tutti sia prima di aver accesso alla funzione che dopo. Si valorizza nella scelta del candidato il possesso di caratteristiche rilevanti rispetto allo specifico posto messo a concorso e si rendono trasparenti le procedure di selezione, con pubblicazione sul sito del Csm di tutti i dati del procedimento e i vari curricula. Si prevede l'obbligo di audizione di non meno di 3 candidati per quel posto.

 

PROCEDIMENTI
Pubblicità degli atti sul sito intranet del Csm, nel rispetto dei dati sensibili e richiamo ai principi della legge sulla trasparenza. Selezione dei candidati sulla base dei curricula con successiva audizione obbligatoria dei selezionati, fra gli altri elementi di innovazione. E ancora: obbligo di partecipazione a specifici corsi organizzati dalla Scuola Superiore della Magistratura, della durata minima di tre settimane anche non consecutive, quale requisito per l'ammissione alla procedura funzionale all'acquisizione di competente organizzative; Individuazione di un contenuto minimo di criteri di valutazione, per verificare tra l'altro anche le capacità organizzative. Valorizzazione delle pari opportunità a parità di merito.

PORTE GIREVOLI
Divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi. Obbligo di collocarsi in aspettativa (senza assegni in caso di incarichi locali).

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