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Fisco e giustizia, Pasqua non porta la pace nel governo Draghi

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Daniele Di Mario
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Tre giorni di vacanza. Anzi, di tregua. Poi da martedì, dopo la pausa di Pasqua, Mario Draghi tornerà a fare i conti con la sua maggioranza. L’agenda politica del governo è fittissima. E complicatissima. Perché una maggioranza tanto eterogenea non può che avere sensibilità molto diverse. Così trovare l’intesa su ogni singolo provvedimento può anche diventare un’impresa. E per Draghi una fatica immane. Perché il governo, dopo aver portato i provvedimenti in Consiglio dei ministri e aver faticosamente trovato l’intesa tra le delegazioni dei vari partiti, deve poi affrontare un iter parlamentare spesso pieno di ostacoli proprio per le divergenze delle forze politiche. Di qui la decisione del premier di ricorrere spesso alla fiducia. Quanto sta accadendo su delega fiscale e riforma della giustizia spiega tutto. E sul Dl Taglia Prezzi, sono stati presentati 1.449 emendamenti alle commissioni Finanze e Tesoro e Industria, Commercio e Turismo del Senato, di cui 1.054 pervenuti dalle forze di maggioranza. Forza Italia ha presentato 261 emendamenti, la Lega 210 e Fratelli d’Italia 155. Dal Pd le proposte di modifica presentate sono state 189, dal Movimento 255 e da Italia Viva 139. Tanto per capire che aria tira.

DELEGA FISCALE
Il vertice di Palazzo Chigi con i partiti del centrodestra di governo, mercoledì scorso, ha dato esito interlocutorio. A FI e Lega che chiedevano l’eliminazione della riforma del catasto, Draghi ha risposto che l’articolo 6 non si tocca. Alle preoccupazioni riguardo un futuro aumento delle tasse, però, il premier ha rassicurato che non è intenzione del governo mettere le mani nelle tasche degli italiani, ribadendo che casa, affitti e risparmi non verranno tassati. L’atteggiamento del centrodestra di governo sulla delega fiscale ha provocato più di un mal di pancia a Palazzo Chigi, ma non è intenzione del premier strappare e, con pazienza, si è trovata una mediazione. Il governo è disposto a venire incontro alle richieste di Forza Italia, Lega e centristi e, dopo un approfondimento tecnico, le norme più controverse della delega fiscale verranno riscritte, così da rendere inequivocabile anche dal punto di vista tecnico-normativo che la riforma del catasto non produrrà nuove tasse sulla casa e che affitti e risparmi non verranno toccati. Draghi tornerà a incontrare i partiti di centrodestra della sua maggioranza proprio dopo la pausa pasquale, quando dovranno essere chiarite anche altre questioni, come, ad esempio, l’intenzione del governo di porre la fiducia su una legge delega che di fatto sta scrivendo Palazzo Chigi e non il Parlamento. Altro tema su cui toccherà mediare.

GIUSTIZIA
La Commissione Giustizia ha approvato il testo della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario con i voti favorevoli di tutta la maggioranza, ad eccezione di Italia viva che si è astenuta come aveva preannunciato Matteo Renzi. Il testo approderà in Aula martedì. E inizia già il pressing di alcune forze politiche affinché si rimetta mano, durante l’esame in Assemblea, ad alcuni punti tutt’ora controversi. Si tratta di una riforma che in pochi si sentono di intestarsi come propria, sottolineando al contrario che si tratta dell’unico punto di equilibrio possibile tra «posizioni molto diverse». Il Pd sembra il partito più convinto. Il passaggio parlamentare però non lascia tranquilli Draghi e la Guardasigilli Marta Cartabia. Il problema non è tanto alla Camera, quanto piuttosto al Senato: il timore del ministro della Giustizia, condiviso da molti in Parlamento, è che l’intesa possa saltare proprio a Palazzo Madama. La Lega potrebbe infatti votare a favore di emendamenti delle opposizioni - come già successo in commissione - che toccano i temi oggetto dei referendum, e senza i voti di Iv, incidenti di percorso non sono affatto esclusi.

 

 

 

CONCORRENZA
Dalla prossima settimana entra nel vivo anche l’iter su Ddl Concorrenza. Il nodo più spinoso è quello delle concessioni e del recepimento della direttiva Bolkestein. Il centrodestra fa quadrato a difesa dei balneari, ma Forza Italia pone anche un altro tema, quello delle concessioni idroelettriche. Martedì è in programma la riunione Camera-Senato sul Ddl e sull'idroelettrico. 2L’ipotesi trapelata di allungare le concessioni in essere fino al 31 dicembre 2023 sarebbe l’ennesimo "papocchio" che lascerebbe appeso ad un filo un settore strategico come l’idroelettrico, non affrontando il vero obiettivo che dovrebbe porsi l’esecutivo, vale a dire come tutelare la principale fonte di energia rinnovabile italiana e come avviare gli investimenti pluriennali, anche per raggiungere gli sfidanti obiettivi di decarbonizzazione, attraverso un quadro di regole organiche e stabili, senza pregiudizio per il settore rispetto al contesto internazionale. Saremo l’unico Stato europeo a mettere a bando il suo bene più prezioso in questo momento: la generazione di energia», spiega FI. A questo deve aggiungersi anche la questione relativa alle concessioni balneari, che dovrebbero andare a bando dal 2024. Sono già 1.110 gli emendamenti presentati al Ddl Concorrenza, 250 dei quali riguardano le concessioni delle spiagge. Spalleggiate da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, poi, fanno pressing anche per stralciare le norme sulla liberalizzazione di taxi e Ncc.

GIUSTIZIA TRIBUTARIA
La riforma è collegata ai fondi del Pnrr e dev’essere varata entro il 31 dicembre, anche se è intenzione del governo accelerare i tempi. «Quella data è un termine ultimo che non può essere mancato - ha spiegato la ministra Cartabia - ma fin da oggi possiamo dire che per quanto riguarda l’impegno del Governo è quello di anticipare i tempi per consentire un adeguato esame in Parlamento tanto più necessario quanto più tocca un settore, quello del rapporto con l’erario, che è al cuore della ragion d’essere della democrazia rappresentativa». Ed è proprio su questo punto che è lecito aspettarsi un aspro confronto tra i partiti di sinistra della maggioranza e quelli moderati. Entro metà aprile il Gruppo tecnico operativo istituito dal Ministero dell’Economia e delle finanze e dal Ministero della Giustizia deve predisporre lo schema normativo per la riforma strutturale della giustizia tributaria. Dieci i punti cardine, tra cui l’istituzione della figura professionale del giudice tributario, l’istituzione quindi di una quinta magistratura (quella tributaria appunto) e un nuovo Codice della giustizia tributaria.
 

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