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Con Draghi positivo a caccia del gas africano ci vanno Di Maio e Cingolani. Giustizia e Def, i nodi del governo

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Salta a causa del Covid il viaggio di Mario Draghi in Africa per portare avanti la strategia di diversificazione energetica dell’Italia. Il presidente del Consiglio è risultato positivo e non potrà quindi partecipare alle missioni nella Repubblica dell’Angola e nella Repubblica del Congo, previste per mercoledì e giovedì. A rappresentare il governo saranno perciò il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e quello della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

Il premier, asintomatico, tenendo conto delle esigenze di isolamento che lo terranno per qualche giorno lontanto da Palazzo Chigi, continuerà a lavorare da ’remoto' svolgendo e seguendo regolarmente l’attività di governo. Al momento si trova a Città della Pieve, raggiunta per le festività pasquali, e come spiegato dal sindaco Fausto Risini «rimarrà qui finché non si negativizzerà. So che non ha sintomi, mi auguro che si rimetta rapidamente perché la sua presenza a Roma è indispensabile in questo momento».

 

Da domani d’altronde si apre una settimana politica densa di appuntamenti. In Aula, alla Camera, approda la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm licenziata giovedì scorso dalla commissione Giustizia di Montecitorio (con le forze politiche che sostengono l’esecutivo - Italia Viva a parte - che starebbero valutando la possibilità di non presentare emendamenti), e mercoledì sarà il turno del Documento di economia e finanza (atteso per giovedì al Senato). Sempre domani, dalle 18.30, si terrà poi una riunione di coordinamento per fare il punto sul ddl Concorrenza. L’esame del testo al momento è in stand by nella commissione Industria di Palazzo Madama. All’incontro parteciperanno i capigruppo di Camera e Senato, i relatori del provvedimento (il dem Stefano Collina e il leghista Paolo Ripamonti), il governo (con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca, la sottosegretaria Caterina Bini, e il viceministro al Mise Gilberto Pichetto Fratin) e il presidente della commissione, Gianni Girotto (M5s).

 

«Ci sono alcune riforme che dobbiamo ancora realizzare: concorrenza, codice degli appalti, fisco e giustizia - ha ricordato Draghi al ’Corriere della Sera' -. Sul codice degli appalti, che è in commissione, mi pare che la strada sia spianata. Sulla giustizia c’è la promessa di non mettere la fiducia e vale ancora. Sulla concorrenza restano pochi nodi. Sul fisco, l’atmosfera con il centrodestra, nell’incontro che abbiamo avuto, mi è sembrata positiva». E nei prossimi giorni, dopo il lavoro dei tecnici per modificare il testo, è atteso un nuovo round per trovare un punto di caduta condiviso con Lega e FI che però, come sottolineato dallo stesso premier, «vada bene anche al centrosinistra». Anche perché, ha spiegato Draghi, «in un momento pieno di incertezze, di potenziali instabilità, di fragilità interne ed esterne questo governo di unità nazionale continua a voler governare. Il mio messaggio ai partiti è questo: non sentitevi in una gabbia, progettate il futuro con ottimismo e fiducia, non con antagonismo e avversità». Insomma, uniti alla meta.

 

E dopo l’accordo da 9 miliardi di metri cubi di gas firmato in Algeria lunedì scorso, e la successiva intesa siglata da Eni con l’Egitto per massimizzare la produzione e le esportazioni di gnl in Italia (per volumi complessivi fino a 3 miliardi di metri cubi), il governo è al lavoro per trovare ulteriori 5 miliardi di metri cubi necessari per portare avanti la diversificazione nell’approvvigionamento delle forniture finora garantite da Mosca. «Non vogliamo più dipendere dal gas russo, perché la dipendenza economica non deve diventare sudditanza politica - ha sottolineato Draghi -. Per farlo, bisogna diversificare le fonti di energia e trovare nuovi fornitori». Ecco perché Di Maio e Cingolani si recheranno in Africa nonostante il forfait del presidente del Consiglio. 

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