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Grandi manovre in Rai per non cambiare i vertici

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Francesco Storace
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Discontinuità è anche evitare pasticci a viale Mazzini. Togliersi dalla testa l’idea di prorogare incarichi in scadenza. E semmai ristabilire la normalità nella durata degli incarichi. Il vertice della Rai è in scadenza, il suo mandato triennale ha avuto inizio a fine luglio 2018 e ora va rinnovato. Chi teme di non farcela a rimanere sulla poltrona di amministratore delegato, presidente o consigliere di amministrazione, sta cercando di capire come prorogare l’incarico. Ci avevano provato addirittura con la scusa del Covid. Insostenibile. Poi hanno perso l’autobus del Milleproroghe per spostare la scadenza di un anno.

 

 

Il dubbio è che adesso stiano tentando di forzare la mano con i presidenti delle Camere, che non hanno ancora varato gli avvisi per le singole candidature al Cda Rai. Ma è sostenibile la tesi che chi comanda nel servizio pubblico radiotelevisivo siano sempre gli stessi col Conte 1, poi col Conte 2 e ora col governo di Mario Draghi?  Le manovre dilatorie in corso riguardano anzitutto i Cinque stelle, che detengono la poltrona più importante dell’azienda, quella di Fabrizio Salini, l’amministratore delegato. Lo stesso ruolo del presidente Marcello Foa si è ridimensionato, il resto del consiglio di amministrazione è ovviamente intercambiabile, incluso il rappresentante dei dipendenti aziendali. Ma al massimo potrebbero arrivare a settembre e sarebbe davvero un obiettivo di poco conto.

C’è da dire che l’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, aveva assicurato nella recente audizione in commissione di vigilanza Rai che i vertici aziendali dovevano rimanere sino alla scadenza e senza proroghe. Ora c’è un altro ministro a via XX settembre, Daniele Franco, che certo non vorrà fare da spettatore, né lo consentirà Mario Draghi. Quindi bisogna procedere proprio per sventare eventuali manovre in corso.

Sono da nominare i sette consiglieri, uno dei quali dai dipendenti Rai. E qui si registra la prima curiosità: sarebbe già pronto il regolamento interno per l’elezione del rappresentante dei lavoratori, con una sola modifica rispetto al passato. Voterebbero anche i lavoratori a tempo determinato. Ma il regolamento deve passare per il voto del Consiglio di amministrazione e si riunirà solo il prossimo 11 marzo.

 

 

Il tempo che passa - dicono a viale Mazzini - è ribaltato proprio sui presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, che non pubblicano appunto gli avvisi per le candidature su cui le assemblee parlamentari dovranno votare. Nostre fonti assicurano che si vorrebbe usare un minimo di riguardo nei confronti del presidente del Consiglio, appena approdato a Palazzo Chigi. Ma Draghi sa certamente che dovrà e potrà indicare per legge due nomi, ragionandone innanzitutto con i ministri dell’Economia e dello Sviluppo Ecomico, gli altri quattro sono di spettanza parlamentare.

Il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi ha sollecitato il presidente Fico con una lettera alla quale non c’è stata ancora risposta. «La legge in vigore - ha ricordato Anzaldi al presidente della Camera - prevede che, a partire da 60 giorni prima della scadenza del mandato, i presidenti delle Camere procedano con la pubblicazione dell’avviso per la selezione dei 4 consiglieri di nomina parlamentare. Il mandato dell’attuale Cda scade con l’approvazione del Bilancio 2020, che in base alla legge va approvato entro 120 giorni dal 31 dicembre, quindi entro il 30 aprile 2021. Già dal primo marzo, quindi, i presidenti delle Camere possono procedere con la pubblicazione degli avvisi e lo stesso è tenuta conseguentemente a fare la Rai, con l’avvio della procedura per l’elezione del consigliere scelto dai dipendenti».

Ma l’avviso pubblico non è ancora partito. Magari distingueranno tra scadenza di bilancio e data riferita all’insediamento del Cda attuale. Comunque un destino che pare segnato, a meno di colpi di coda. Manovre per tenere in sella gli attuali vertici sembrano destinate al fallimento. Salvo qualche singola personalità, la sensazione prevalente è quella di un cambiamento abbastanza corposo. E per questo ci sarebbe una certa resistenza.

 

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