Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Pd al governo. I Dem smentiscono l'appoggio esterno a Draghi

  • a
  • a
  • a

Sostegno al governo Draghi dentro il governo Draghi: la rotta del Partito Democratico è quella indicata dal segretario, Nicola Zingaretti, e votata all’unanimità dalla direzione nazionale. Ogni eventuale scarto rispetto alla direzione intrapresa dovrà essere vagliato nel corso di una nuova direzione. Dunque, «sono totalmente infondate le notizie su orientamenti assunti su eventuale appoggio esterno al Governo. La posizione del Pd è stata votata dalla direzione nazionale all’unanimità e illustrata ieri al Professor Draghi».

 

Una precisazione del Nazareno resa necessaria da parte delle voci che parlavano di un «appoggio esterno» da parte dei dem. Voci alimentate dalla «preoccupazione di qualche parlamentare», come viene spiegato da fonti di Palazzo Madama, per l’apertura arrivata dalla Lega di Matteo Salvini. Si tratta, tuttavia, di timori che non hanno ragione d’essere dato che alla base ci sarebbe un equivoco «anche sintattico»: un governo «con tutti dentro» non sarebbe più un governo politico - è il ragionamento - ma aprirebbe altri scenari. Un governo sostenuto da tutte le forze politiche, con ministri di tutti partiti, non è immaginabile. Più realistico - viene spiegato - immaginare un governo sul modello di quello Monti, con ministri tecnici e senza incarichi ai rappresentanti dei partiti. Con un governo siffatto sarebbe inappropriato parlare di appoggio esterno. Ma, al di là delle questioni semantiche, l’appoggio esterno è escluso tanto da parte della maggioranza dem che da parte dell’area che guarda a Luca Lotti e Lorenzo Guerini. «L’appoggio esterno è già smentito e non esiste», viene sottolineato da fonti di Base Riformista, «come ha ribadito Zingaretti e secondo quando discusso e approvato all’ultima Direzione».

 

E la deputata Alessia Rotta che di quell’area è espressione rimarca: «Ero certa che fossero infondate le notizie su un appoggio esterno del Pd al governo Draghi. Per quanto mi riguarda sarebbe stata una scelta incomprensibile. È chiaro che il Pd per la sua storia europeista presente e futura sosterrà pienamente il tentativo di Draghi di formare il governo», aggiunge la deputata di Base Riformista. La linea è dunque confermata e per i dem non resta che attendere che ad esprimersi sia il presidente del consiglio incaricato. Le proposte del partito sono state presentate in occasione dell’incontro avuto con Draghi, nel corso del quale Nicola Zingaretti ha ribadito con forza l’impegno a dare «un forte ancoraggio europeo» ed «atlantista» all’esecutivo che nascerà e, quindi, a tutelare la credibilità, la compattezza e la stabilità del progetto al quale lavora Draghi. «Nell’esperienza di governo dei mesi passati», sono state le parole di Zingaretti, «l’Italia è stata protagonista della costruzione della nuova Europa, evitando il danno intollerabile e irreparabile che il nazionalismo avrebbe arrecato all’Italia. Si tratta di un patrimonio da conservare. La storica amicizia euro-atlantica potrà rafforzarsi dopo l’elezione del presidente Biden». Parole arrivate a poche ore dall’apertura di Matteo Salvini a Draghi. Una apertura sulla quale il vice segretario dem, Andrea Orlando, ironizza così: «Un primo effetto l’incarico a Draghi l’ha avuto. Salvini è diventato europeista in 24 ore».

 

Dai blog