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La verità sul Covid. Conte e Zingaretti peggio di Bolsonaro

Franco Bechis
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Qualche giorno fa alla festa dell'Unità di Cesena il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha strappato qualche applauso ai militanti sostenendo che “per fortuna” la crisi sanitaria del coronavirus in Italia è stata affrontata dal governo che ha messo insieme lui e Giuseppe Conte e non dalle destre di Matteo Salvini. Perché nei paesi del mondo governati dalle destre sovraniste che piacciono a Salvini e Giorgia Meloni “abbiamo visto fosse comuni nelle spiagge”. L'uscita ha giustamente indignato i leader di centrodestra in Italia (dopo tante prediche false a sinistra contro le demonizzazioni) ed è sembrata ai più infelice. Non solo lo è stata: è una affermazione profondamente falsa. Ed è ora di dire la verità anche in Italia, perché le cose sono andate esattamente all'opposto ed è ormai urgente e necessario riscrivere la storia di questi mesi e la sfilza di errori del governo italiano cestinando finalmente quella odiosa propaganda che Zingaretti, Conte e compagnia hanno sempre diffuso.

 

I numeri, prima di tutto. La gestione del coronavirus in Italia non è stata affatto un successo: sono morte a ieri sera 35.477 persone, vale a dire 589 decessi ogni milione di abitante. Questa cifra pone l'Italia al quinto peggiore posto nel mondo dopo Perù, Belgio, Spagna e Regno Unito. Nessun paese al mondo guidato da leader sovranisti o di centro destra ha avuto un bilancio tragico come quello guidato da Zingaretti e Conte. L'Italia ha avuto 21 morti ogni milione di abitanti più del Brasile di Jair Bolsonaro, 30 morti (ogni milione) in più degli Stati Uniti di Donald Trump, 472 morti per milione in più della Russia di Vladimir Putin, 526 morti per milione in più dell'Ungheria di Viktor Orban, 536 in più della Polonia di Andrzej Duda, 550 più della Repubblica ceca di Andrej Babis.

 

La verità dunque è l'esatto opposto: purtroppo l'Italia non era guidata dalle destre sovraniste di altri paesi europei e del mondo, ma da Conte e Zingaretti con cui abbiamo avuto molte migliaia di morti che potevano essere evitati. E fossi stato nel segretario del Pd avrei evitato quel riferimento alle “fosse comuni in spiaggia” che forse aveva in mente una foto scattata in Brasile: è in Italia che tutto il mondo ha visto qualcosa di assai simile e tragico quando i camion militari portarono via i morti di Bergamo perché bare e fosse non c'erano più, e quei corpi per lunghe settimane furono sottratti ai propri cari che non poterono piangerli e manco sapevano dove e quando avrebbero potuto versare le loro lacrime.

La gestione della crisi sanitaria in Italia è stata un disastro drammatico, non un'eccellenza che ci invidia tutto il mondo come continuano a ripetere Zingaretti e Conte con un incredibile pelo sullo stomaco. Come dimostra anche l'ultimo rapporto segreto svelato ieri dal bravo Riccardo Luna su Repubblica, il governo italiano e la sua maggioranza hanno deliberatamente ignorato documenti che li avevano messi in guardia su quel che sarebbe accaduto, e colpevolmente hanno svuotato perfino i magazzini dove c'erano (non molti) dispositivi di protezione che sarebbero serviti ai nostri medici e infermieri e invece sono stati donati alla Cina. Quanti italiani si sarebbero potuti salvare senza questa sciagurata decisione? E a Zingaretti bisogna pure ricordare quanto disse in tv e sui giornali a metà marzo il virologo della cui abilità oggi il governo vorrebbe servirsi: Andrea Crisanti. Sostenne che l'esplosione incontrollata del coronavirus in Lombardia fu causata nella “settimana sciagurata in cui tutti pensavano di riaprire Milano, con in testa politici e organi di stampa”. E aggiunse: “Leggevo i dati sugli infetti a Vo’, il 3%, un’enormità. 'Qui finisce come in Cina' pensavo. Poi alzavo la testa dal tavolo e vedevo in tivù 'Milano non si ferma', aperitivi sui Navigli. Ero rassegnato, scoraggiato. Per farmi forza mi ripetevo: 'Speriamo abbiano ragione loro'. Ho un solo rimpianto, non aver gridato più forte in quei giorni. I morti della Lombardia sono nati in quella settimana folle, dopo i primi morti di Codogno”.

 

Fu Zingaretti ad animare quella sciagurata settimana milanese del “riapriamo” nel momento più sciagurato possibile. Giovedì 27 febbraio il segretario del Pd postò una foto tutto allegro abbracciato ai giovani del suo partito con cui era andato a promuovere gli aperitivi sui Navigli. La serata terminò in una pizzeria a Bollate insieme a una ottantina di militanti. Quella campagna sciagurata è stata la madrina del coronavirus in Lombardia. Su Zingaretti si chiuse un occhio perché pochi giorni dopo fu lui la prima vittima di quell'errore, ammalandosi seriamente del virus. Ne è guarito e siamo felici per lui. Ma dopo tutto questo i lunghi anni di militanza politica avrebbero dovuto consigliargli la saggezza del silenzio, non le smargiassate menzognere sugli avversari politici. Perché l'occhio non si può chiudere sempre. E anzi, è davvero venuto il momento di aprirli tutti e rivedere quel che è accaduto in Italia.

Ieri ho scoperto di essere ufficialmente congiunto del mio vicedirettore Francesco Storace, e non l’avrei mai immaginato (nemmeno lui, me lo ha confessato). Ma così sembra avere deciso un esponente del nostro variopinto e meraviglioso governo, la ministra dei Trasporti Paola De Micheli.
A una riunione con le Regioni è stata lei infatti a proporre «una definizione più ampia del concetto dei congiunti, estesa anche a compagni di classe e di lavoro» per farli salire sui mezzi di trasporto pubblici senza tenere il metro di distanza l'uno dall'altro: ci si potrà sedere l'uno in braccio all'altro. Per fortuna io e Storace non prendiamo lo stesso bus per venire al lavoro, e questa sciagurata ipotesi non sarà mai realtà. Ma capite che è da ridere per non piangere. 

Dopo averci rimbambito per mesi spiegando che la scuola avrebbe potuto aprire in sicurezza solo mantenendo la distanza di almeno un metro fra le «rime buccali» degli alunni. Dopo avere fatto buttare via ai presidi i vecchi banchi a due posti che non assicuravano la distanza e avere fatto di corsa un bando «europeo» per cercare banchi monoposto o con le rotelle. Dopo avere fatto impazzire gli enti locali a cercare tutti i luoghi dove fosse possibile fare lezione in alternativa per evitare le classi pollaio (oratori, cinema, teatri, caserme...). 

Dopo tutto questo un ministro dello stesso governo salta su e lancia la nuova grande idea: sugli scuolabus e anche sui tradizionali mezzi di trasporto locale i compagni di classe e perfino i colleghi di lavoro diventano congiunti e possono sedersi uno accanto all'altro, anche uno in braccio all'altro. A scuola no e sui bus sì? Hanno scoperto che il coronavirus è così terrorizzato dai burberi autisti pubblici da girare al largo da quei mezzi? No, ovviamente. La risposta è semplice: ancora una volta il governo si è fatto cogliere impreparato da una cosa così prevista e scontata come la riapertura delle scuole. Nessuno aveva pensato a una cosa semplicissima: con le regole sul distanziamento i posti su scuolabus e mezzi pubblici sono molto più ridotti di prima, quindi servono più mezzi. Ma non avendoci pensato perché trascorrono il tempo a chiacchierare e proclamare, e mai a risolvere i problemi degli altri, i bus necessari non ci sono. E ormai manca pochissimo alla riapertura delle scuole. Non c'è tempo per acquistarli o trovarli in qualsiasi altro modo. Allora tutti seduti l'uno sull'altro, sul distanziamento tutti avevano scherzato e siccome è assai probabile che i banchi singoli non arrivino né tardi né mai, cari signori presidi tenetevi stretti i vecchi banchi a due posti.

Se poi si pensa che ad aprile ci hanno fatto impazzire sulla definizione di congiunti con i dpcm di Giuseppe Conte che riapriva le visite ai cugini di quinto grado ma vietava ancora di incontrare fidanzati e amici del cuore, viene da fare un appello alla buonanima di Franco Basaglia: «Professore, ce la concede una eccezione sola alla chiusura dei manicomi?», perché lì dovrebbe essere rinchiuso l'intero consiglio dei ministri magari in compagnia dell'amato comitato tecnico scientifico con cui vengono sfornati questi straordinari pareri. 

Siccome questi si mettono sempre di grandissimo impegno per complicare anche le cose più semplici, chiudendoli in manicomio almeno i danni gratuiti che fanno riusciremmo ad evitarli. Non è molto, ma meglio del caos che stanno provocando sulla scuola che tutti gli altri Paesi del mondo stanno riaprendo senza tante storie.
 

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