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Zingaretti dice basta. Le passerelle di Conte fanno scricchiolare il governo

Videochat di Zingaretti con i big, tensione per gli Stati generali del premier

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La tensione nel governo c’è, inutile negarlo. A far vibrare la corda (sottilissima) su cui regge la maggioranza in questa fase è lo scatto in avanti del premier, Giuseppe Conte, sugli stati generali dell’economia. O almeno così l’hanno interpretata nel Partito democratico, che preferirebbe concentrare energie e sforzi per sfruttare a pieno tutti gli strumenti messi in campo dall’Europa, Mes compreso. Un tesoretto da circa 200 miliardi di euro, che richiede coesione e compattezza nella maggioranza per essere messo a frutto. Proprio per questo motivo, dalla videochat del segretario, Nicola Zingaretti, arriva una mano tesa in favore del presidente del Consiglio. Il leader dem ha riunito i vertici, dal suo vice, Andrea Orlando, ai capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, a tutta la squadra di governo e dal Nazareno «non è emersa alcuna volontà di contrapposizione con il presidente Conte», sottolineano fonti dem. Piuttosto, «è stata confermata l’esigenza di costruire da subito un percorso per affrontare in maniera adeguata le grandi sfide economiche e sociali che abbiamo dinnanzi ma che sia un percorso serio e concreto», aggiungono.

Secondo Matteo Renzi, però, le fibrillazioni nascono dopo l’accordo tra il premier e Italia viva: «Subito altri hanno iniziato a prendere le distanze dal primo ministro, chissà perché». Il leader di Iv, nella sua Enews, spinge ancora sul tasto: «Noi abbiamo delle proposte concrete, sulle aziende, sul fisco, sulla giustizia, sull’Europa, sulla politica internazionale. E soprattutto abbiamo una visione da offrire, non solo singole ricette». Parole che in alcuni ambienti della maggioranza sono stati interpretati come un soffio sul fuoco vivo. Mentre da uno dei fondatori del Pd, proveniente dalla stessa area politica di Renzi, come Pierluigi Castagnetti, prova a lanciare la proposta: «Andate in un convento 2 giorni, tutto il Cdm, uscitene con una bozza di Piano, senza bandierine dell’uno o dell’altro, poi parlatene in modo corretto con le opposizioni e, distintamente, con le categorie. Subito». L’ex segretario dei popolari italiani, però, lancia un appello che piace anche a sinistra: «Risparmiateci la menata degli stati generali. Non c’è tempo da perdere». A vestire i panni del ’pompierè c’è anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che invoca calma e riflessione: «È un bene che il tema economico sia entrato per tutti nel dibattito politico - scrive su Facebook -. Chiedo solo una cosa: sì al dialogo, no alle polemiche. Non è questo il momento».

Il responsabile della Farnesina, impegnato in questi giorni in una prima serie di viaggi diplomatici tra Germania, Slovenia e Grecia per la ripartenza post Covid, esorta i colleghi della maggioranza a lavorare e rimanere concentrati. La fase 3, del resto, passa soprattutto dalla ripresa del turismo, una delle voci più consistenti del Pil italiano. Al di là del dibattito su quel che accadrà con gli stati generali dell’economia. dab 062051 Giu 2020 

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