Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Sonia Gandhi, l'italiana che non ama l'Italia

Manmohan Singh, Sonia Gandhi, Rahul Gandhi

La sorte dei marò appesa alle elezioni di marzo in India. E a mettere legna sulla pira è proprio l'”italiana” presidente del Partito del Congresso ora al potere

  • a
  • a
  • a

La sorte dei marò appesa alle elezioni di marzo in India. E a mettere legna sulla pira è proprio l'”italiana” presidente del Partito del Congresso ora al potere in India: Sonia Gandhi. La vedova di Rajiv e nuora di Indira, infatti, è tra le più intransigenti sostenitrici della linea dura nei confronti di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Sonia Gandhi, costretta a rinunciare al ruolo di capo del governo, perché non “completamente” indiana, non perde occasione per puntare il dito contro la propria patria di origine. Patria che ha rinnegato solo dopo 15 anni dal matrimonio con Rajiv Gandhi e ora ripudia pienamente per poter così fronteggiare senza timori i suoi detrattori. Il leader dell'opposizione Ravi Shankar Prasad, in vista del voto, punta il dito contro Sonia Gandhi sfruttando il caso marò e quello delle presunte tangenti Finmeccanica, dossier questo che vede coinvolti alti vertici militari indiani e membri del governo. Ma secondo le accuse di Prasad anche Sonia Gandhi, attraverso il suo consigliere Ahmed Patel, sarebbe coinvolta. Così Sonia Gandhi cerca di ribattere alle accuse e acquisire il favore degli elettori cavalcando la vicenda dei due fucilieri di Marina e insistendo che vengano giudicati dalla giustizia di New Delhi. Nel marzo del 2013 La Gandhi rilasciò pesanti dichiarazioni contro l'Italia. Quando i due marò erano in Italia e si parlava di non farli ritornare in India la piemontese di Orbazzano divenuta tra le prime donne più potenti del mondo secondo la rivista Forbes, dichiarò: ”A nessun Paese può essere concesso di sottovalutare l'India”. Sonia Gandhi aggiunse “la sfida del governo italiano sulla vicenda dei due militari italiani e il tradimento della parola data alla Corte suprema sono assolutamente inaccettabili”. Ma lei, che ricopre un ruolo così importante in India, come giudica l'atteggiamento della magistratura indiana che dopo due anni non ha ancora formulato un'accusa contro i due miliatri italiani? Sonia Gandhi fa l'indiana e disconosce le sue origini per mantere il suo ruolo e il potere all'interno del Partito del Congresso, ora maggioritario, e tra gli indiani. Sonia Gandhi è troppo compressa nel difendere il ruolo della dinastia politica Gandhi-Nerhu e sebbene abbia sottratto i figli alla politica, continua a battersi per far dimenticare le sue origini che restano motivo di scandalo e arma in mano agli oppositori. Il suo atteggiamento sulla vicenda dei marò risente di tutto questo. Del resto, il precedente, a metà degli anni ottanta del secolo scorso, del caso Ottavio Quattrocchi, un dirigente della Snamprogetti accusato dall'India di aver elargito mazzette anche al marito di Sonia, Rajiv, e ai suoi due figli, pesa ancora come un macigno sulla biografia della donna considerata il tramite tra il dirigente italiano e la sua famiglia. Le elezioni si avvicinano e il Partito di Sonia Gandhi rischia la disfatta e allora nessuna mediazione sul caso marò. E la Gandhi non vuole rischiare di perdere e per dimostrare la sua incontrovertibile fedeltà all'India e il ripudio dell'Italia, non fa nulla per i due marò. Peggio, insiste perché vengano processati per la morte di quei due pescatori.

Dai blog